Spettacoli

Il desiderio di fuga di una ragazza inquieta

Forse non è proprio vero che «almeno otto film su sedici sono da quattro stellette, e gli altri otto da tre», come sosteneva a inizio rassegna il direttore Amelio. Ma certamente il cartellone del 30° Torino Film Festival ha proposto in concorso, tra i sedici titoli complessivi, opere intriganti, sfaccettate, non esenti dai limiti inevitabili per registi al primo o al secondo lungometraggio, ma colme di sguardi appassionanti, arricchiti da una ricerca stilistica che costituisce da sempre il “marchio di fabbrica” della manifestazione subalpina.

Roma, film e polemiche

 

A mettere le mani sul Marc'Aurelio d'oro per la miglior pellicola, alla fine, è stato «Marfa Girl» di Larry Clark, nuova esplorazione del regista statunitense nelle “gioventù bruciate” di oggi.

Sessant'anni sulla strada

 

Sono trascorsi sessant'anni (era il 16 novembre 1952) da quando il «New York Times Magazine» pubblicò un articolo di John C. Holmes intitolato «This is the beat generation», quella generazione che si sentiva “sconfitta” nell'animo, nei sogni e nelle illusioni da un'America irrigidita in un atteggiamento conservatore, materialista e puritana nello stesso tempo, alla quale il movimento beat contrapponeva uno stile di vita provocatoriamente irrazionale, anticonsumistico, libertario.

Quanto la tivù cancella la realtà

 

Luciano è un pescivendolo napoletano che, oltre a gestire la pescheria di famiglia, per integrare i suoi guadagni si arrangia compiendo piccole truffe insieme alla moglie Maria, vendendo fantomatici prodotti casalinghi automatizzati.

Anche con l'opera si può battere la crisi

 

 

A sentir loro, gli albergatori di Pesaro, mai Ferragosto è stato più critico, privati perfino dei fuochi d’artificio che si tenevano ogni anno in gran spolvero sul lungomare presso la scultura di Pomodoro, uno dei simboli della città che qui famigliarmente chiamano la palla. Non sono invece andate deluse le aspettative del Rossini Opera Festival, anima musicale di una provincia un po’ sonnacchiosa che vanta tra le prerogative migliori quella di aver dato i natali al grande Gioacchino.

Fiuggi, un cinema formato famiglia

In Italia si fa fatica a produrre un cinema a dimensione famigliare, mentre «in Usa e nel mondo questa tipologia di prodotto è campione di incassi». Muove da questa premessa il Fiuggi Family Festival, che quest’anno, alla sua quinta edizione (in programma dal 25 al 29 luglio), vira decisamente sul versante famiglia, il nucleo fondamentale della società della quale tutti invocano sostegno ma per la quale, in realtà, poco si fa.

C'era una volta in Anatolia

 

Tre auto viaggiano nella notte nella provincia turca. Cercano qualcosa nell’oscurità: ogni collina, ogni albero potrebbero essere il luogo giusto. Su quelle auto ci sono un commissario con i suoi poliziotti, un procuratore e un medico. Conducono il sospettato di un crimine alla ricerca del luogo dove egli avrebbe sepolto il cadavere di un uomo. Il viaggio sembra girare a vuoto. Vagano senza risultati, si fermano a mangiare dal sindaco di un paesino, poi riprendono la ricerca….

Visconti, il mio maestro

 

Più di 150 immagini, di grande formato, apparse sulle copertine delle principali riviste internazionali, da «Vogue» a «Life», da «Epoca» a «Stern», da «Paris Match» a «Vanity Fair». Un repertorio di forte suggestione, quello costruito in quasi sessant’anni di carriera da Chiara Samugheo, prima donna in Italia a diventare fotografa professionista, a cui il Museo del cinema di Torino rende omaggio attraverso una personale che, allestita lungo la scala elicoidale della Mole Antonelliana, vede ritratti, fuori dal set, attori, attrici, registi che hanno fatto grande il nostro cinema negli anni Cinquanta e Sessanta: Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Monica Vitti, Mario Monicelli, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e moltissimi altri.

Pesaro, l'Italia sotto i riflettori

 

E' di scena l'Italia, che darà ampio spazio a un autoritratto attraverso l'opera omnia di Nanni Moretti (compresi i film cineamatoriali come «La sconfitta», «Paté de bourgeois», «Come parli frate», «Io sono un autarchico») e una rassegna di documentari in grado di restituire il volto meno appariscente, ma non per questo meno autentico, della Penisola.

Lo sguardo verso l'Assoluto

 

Non avevamo visto male, la scorsa settimana, nell’indicare nello sguardo verso l’Assoluto, pur con premesse ed esiti differenti, la “cifra” della 69ª Mostra del cinema di Venezia.

L’amore alla prova di un immenso dolore

La Palma d’oro del 65° Festival di Cannes, attribuita ad «Amour» di Michael Haneke (al suo secondo successo dopo la vittoria nel 2009 con «Il nastro bianco»), conferma la lucidità e il rigore del cinema del registra austriaco, che in «Amour» (vedi articolo a fianco) commuove per l’affetto e l’umanità che riserva ai suoi protagonisti, i bravissimi Jean-Louis Trintignant ed Emmanuelle Riva, ma al contempo fa riflettere amaramente sull’autoreferenzialità dei sentimenti, anche di quelli più puri, sollevando domande ineludibili sul fine vita.

Condividi contenuti

SIR | Avvenire.it | FISC

PRELUM Srl - P.I. 08056990016