Cultura

Gina, giustizia e libertà

 

Il pensiero e l’opera di Gina Lagorio, nella varietà dei suoi percorsi, è stata al centro di una giornata di studio a San Salvatore Monferrato, organizzata dalla Fondazione «Carlo Palmisano-Biennale Piemonte e letteratura», che sta realizzando da 37 anni il sogno di Elio Gioanola e di un sindaco illuminato: dimostrare che città grande non significa semplicemente città popolosa e operosa, ma prendere attivamente parte, aristotelicamente, a qualcosa di più grande, in nome di un progetto affacciato sul futuro.

Le radici della memoria

Gli oggetti collezionati negli anni e stipati in una stanza (libri, foto, reperti e riproduzioni; immagini, miniature, ritratti e manufatti), suscitano ricordi, trasalimenti e ferite: “fantasmi” di un passato prossimo o remoto; personale, familiare o sociale. «Sono io quel bambino biondo e imbronciato (...) vestito di bianco alla marinara (...), mio padre è un po’ più in là (...), la Grande Guerra doveva essere finita da poco».

L'inutile utilità dell'arte

Quando Voltaire scriveva, nella famosa satira «Le Mondain», che il superfluo è très nécessaire, non alludeva, col termine superfluo, ai beni culturali, apparentemente privi di utilità, ma ai beni voluttuari, quelli che vanno al di là delle strette necessità, al lusso, che dà gioia alla vita.

Balbo pensatore scomodo

«E’ necessario fare un gran viaggio dentro e fuori di sé, fare ogni mestiere e conoscere le vie faticose dell’uomo. Sapere la sete e la fame, la gioia e la noia del lavoro. Provare la violenza della parola, il sacrificio dello scrivere. Vivere le classi sociali, il risentimento e l’amore: le speranze e le morti. Sentire gli uomini, tutti gli uomini e l’Uomo. Conoscere gli occhi che parlano e le mani che lavorano e che parlano».

Gadda ingegnere scrittore

«La fama di Carlo Emilio Gadda (nato a Milano nel 1893), fino ad anni recenti scrittore per iniziati, si è dilatata, dopo la pubblicazione in volume (1957) di “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, fino alla misura d’una vera popolarità». Così scriveva Gianfranco Contini presentando la quarta edizione de «L’Adalgisa» nella Nue di Einaudi nel 1963.

Maestra nel racconto breve

Il premio Nobel 2013 per la letteratura è stato assegnato con pieno merito alla scrittrice canadese Alice Munro, «maestra del racconto breve contemporaneo», come recita la motivazione. Finalmente un riconoscimento alla qualità della scrittura e non all’impegno civile o a ragioni geopolitiche, come è accaduto tante altre volte ai giurati dell’accademia di Stoccolma.

Quel Dio che è nascosto

Il libro inizia con la scena dell’uomo pensoso che cammina sulla spiaggia e trova un bambino affaccendato con un ditale a riempire con l’acqua di mare una buca. Alla domanda su cosa stia facendo, echeggia la risposta spiazzante «sto travasando tutto il mare nella mia buca». «Impossibile! Com’è impossibile», sarà la risposta, «trasportare Dio nella tua testa».

Mutis e Maqroll il gabbiere

E’ scomparso a novant’anni Alvaro Mutis, il più grande scrittore colombiano del Novecento dopo García Márquez e il più europeo, insieme a Cortázar, degli scrittori latinoamericani.

Ma la memoria non è in crisi

Il Premio intitolato da quest’anno al fondatore dell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, Saverio Tutino (scomparso qualche mese fa), è andato per il 2013 a una coppia del tutto inconsueta: un uomo e una donna che si sono scambiati lettere per sei anni senza mai vedersi in faccia, tranne che in foto.

Dalla Moldavia con amore

Lo sguardo spaesato, dolente, impietrito della figura ritratta nella copertina di «Miei cari figli, vi scrivo» (Einaudi, pp. 180, euro 16,00), è sensibilmente simmetrico al contenuto del romanzo epistolare di Lilia Bicec, nata in un piccolo paese della Repubblica moldava da genitori ex deportati in Siberia.

Piccolo Santo di Simenon

Nell’inverno del 1963 Georges Simenon si fa costruire una nuova dimora a Epalinge, sul modello di una fattoria bretone, completamente bianca, con il tetto di ardesia, dove vive con i figli e la domestica friulana, Teresa Sburelin, che il suo editore italiano, Arnoldo Mondadori, gli aveva procurato due anni prima. La seconda moglie Denise, vittima di crisi depressive, passa da una clinica all’altra per disintossicarsi. Simenon trascorre un periodo abbastanza tranquillo, se non proprio sereno, e frequenta alcuni personaggi famosi suoi vicini, i Chaplin e gli attori David Niven e James Mason.

Nostalgia per Berlino

Berlino tra le due guerre era una città bellissima, la più moderna e attraente città europea, sordida e insieme luminosa, ricca di novità culturali e aperta al nuovo. Soprattutto negli ultimi anni della Repubblica di Weimar e prima dell’avvento del nazismo, a cavallo degli anni Venti e Trenta, si affermò come una vera e propria icona della modernità.

Zweig, senza limiti

Come è accaduto alla Némirovsky, anche Stefan Zweig, nato a Vienna nel 1881 e morto suicida in Brasile insieme alla moglie Lotte nel 1942, essendo scaduti i diritti d’autore che deteneva Adelphi è diventato terreno di caccia degli editori.

Voci dietro le grate

Il ricordo va alla famosa trasmissione radiofonica di Sergio Zavoli di più di mezzo secolo fa, «Dietro le grate», che diede voce e risonanza al misterioso mondo delle monache di clausura. Oggi in un certo senso ne abbiamo un seguito nelle «Voci dal chiostro» dello scrittore Pasquale Maffeo (con prefazione di Marco Beck), edito dalle Edizioni Ancora.

Uomo e medico in prima linea

Le sue giornate sconfinano nelle notti. Le notti nelle giornate. Sempre in prima linea. Con una continuità che ha cancellato il tempo cronologico, sostituito da quello di una donazione totale di se stesso, senza intervalli e senza riposi. Verso quell’umanità nella quale incontra ogni giorno il volto del Cristo sofferente.

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