![]() Accesso utente |
Vita cattolicaI tempi e la SindoneLa Sindone è fatta per essere venerata. Da quando si parla di Sindone, si pensa sempre a una realtà che riguarda la vita di fede della gente. A qualcuno può avere procurato dispetto questo fatto, ma nessuno ha pensato mai di negarlo. Col passare del tempo, accanto all'interesse della venerazione ne sono sorti altri, suscitati dalle domande che sorgono spontanee. E così alla venerazione s'è affiancata la curiosità più vasta, alla devozione la ricerca scientifica.
L'Ostensione in mondovisioneSarà una «celebrazione liturgica» l’Ostensione televisiva del 30 marzo, Sabato santo. E andrà in diretta mondovisione. I riflettori di RaiUno si accenderanno davanti al Sacro Telo custodito nel Duomo di Torino durante la trasmissione «A sua immagine» realizzata in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana.
In preghiera davanti a DioIllustrare con singoli disegni, uno per uno, tutti i 150 Salmi composti nell’arco di un millennio dal XI al II secolo avanti Cristo, assicurando a questo insieme di immagini un'unità di base, senza suddividerli per argomento (salmi di lode, di ringraziamento, di supplica…), come fa la ricerca ermeneutica, ma rintracciando quel filo rosso che li collega interiormente, non è un'impresa facile. Alessandro Nastasio ci è riuscito, dopo anni di lavoro, grazie alla sua familiarità con le Sacre Scritture, superando se stesso, perché i precedenti lavori avevano affrontato temi più narrativi e lo avevano impegnato in un numero minore di tavole.
Una povertà che chiede carità
Una città spaccata in dueC’è il manager che ha perso il lavoro: «Due anni fa sono stato licenziato, ho due figli che studiano e una moglie che fa la commessa in un supermercato. Non riesco più a pagare le spese condominiali e per questo rischio di perdere la casa. Sono stato affidato al servizio Terza Settimana, che prevede il ritiro della frutta e della verdura ogni venerdì e del Banco alimentare della nostra parrocchia. Sto scivolando verso il nulla».
Poveri, malati. E LuiContinua ad essere un esempio a cui guardare, san Camillo de Lellis, il fondatore dell’Ordine dei ministri degli infermi. Ieri come oggi, quanto mai attuale in una società come la nostra in cui sembrano sgretolarsi i valori dell’altruismo e della solidarietà e l’ambito sanitario risente della difficile congiuntura economica.
Ratzinger, un'identità in cammino
Fede, denaro e bene comuneLa fede? «Un modo di essere di fronte al mondo. Davanti alla meraviglia del Creato non si può non credere, bisognerebbe tapparsi gli occhi, bisognerebbe vivere al rovescio…». Il denaro? «Uno strumento. Anche se per molti è diventato un idolo». Quali esempi di fede per l’uomo di oggi? «Padre Massimiliano Kolbe, Edith Stein e Etty Hillesum: hanno donato la propria vita al Signore, testimoniando la forza imbattibile della fede e la speranza nel genere umano, nonostante tutto».
Cercati da Dio: chi e perchèLa vita è ricerca di senso. E l’uomo in ricerca va incontro a Dio. Ma dar senso al proprio vivere significa anche prender coscienza che cerchiamo perché «siamo cercati». «Ricordiamo che Benedetto XVI» ha detto mons. Luciano Pacomio, responsabile della Pastorale per la cultura e le comunicazioni dei vescovi del Piemonte, «ha usato 27 termini diversi per indicare la fede, perché credere in Dio non dipende solo da noi. La fede è un dono, un incontro, una rigenerazione, un crescendo di gioia che si oppone al dio della tristezza del non senso. La fede è grazia».
Chiesa popolo di Dio«Il Vaticano II? Un grande punto di unità della Chiesa e del cattolicesimo romano». E’ questa la sintesi alla quale è giunto Alberto Melloni, storico del cristianesimo e grande specialista di Giovanni XXIII e del Concilio, intervenuto la settimana scorsa, insieme al teologo don Roberto Repole, all’incontro «Alla ricerca di un nuovo stile di Chiesa» organizzato a Torino dal centro culturale San Lorenzo e dall’associazione Amici Torino Spiritualità nell’ambito del ciclo «Rileggere il Concilio dopo cinquant’anni». Due gli obiettivi, ha detto don Giovanni Ferretti che ha moderato l’incontro, «superare vecchi stereotipi e fare un bilancio su alcuni punti applicati poco e altri rimasti un tabù».
I salesiani e il futuroE’ un marchio storico, che ha sostenuto la formazione culturale della Chiesa in Italia. Ma si mantiene “giovane”, vivendo e reinventando ogni giorno la passione educativa che fu di don Bosco. Ha educato intere generazioni di ragazzi all’incontro con Cristo e oggi continua in quella grande opera di missione andandoli a cercare nei “cortili virtuali”.
La guerra degli sfrattiA Torino nel quartiere di Barriera di Milano lo scorso 23 gennaio è stata quasi guerriglia urbana. Da una parte gli attivisti dei centri sociali col volto coperto in stile black-bloc schierati davanti ai portoni dei palazzi per difendere gli inquilini dagli sgomberi; dall’altra le camionette della polizia a fare lo slalom tra posti di blocco, materassi e cassonetti ribaltati sul selciato e, sullo sfondo, le saracinesche dei negozi abbassate. In mezzo, la disperazione delle famiglie sfrattate, molte straniere, che vivono con l’incubo dell’ufficiale giudiziario, al quale chiedere l’ennesima proroga.
Bagnasco: il realismo e la profeziaColloquio a tutto campo. Dalla necessità di sanare «un certo indifferentismo che nasce da un diffuso analfabetismo religioso» alla «presenza popolare nella forma della parrocchia». Dalla prossimità con il Paese e il suo popolo alla «necessità educativa». Dallo «sguardo di Dio che incanta» alla «nuova stagione dell’impegno politico».
"La Chiesa si schiera là dove si forma l'uomo"Almeno cinquanta domande per passare dalla «Porta stretta». Le poneva, man mano che parlava ai vescovi, e a tutti gli uomini di buona volontà, il cardinal Angelo Bagnasco, nei primi cinque anni della sua presidenza alla Conferenza episcopale italiana. In un libro, che nel titolo evoca il passo del Vangelo di Luca, sono state raccolte tutte le sue Prolusioni, quegli attesi “discorsi” di apertura tenuti nelle Assemblee generali e nei consigli permanenti della Cei, quelli che risuonano quattro, cinque volte all’anno nei titoli più o meno fedeli dei giornali, a capo di articoli che riportano stralci non sempre significativi.
Il ruolo della religione "in un mondo malato"«A volte siamo impotenti, perché alcune cose non dipendono da noi. Questo ci porta a conoscere “il lasciarsi andare”, non volendo conoscere il tutto, a crescere nella fiducia, nel distacco, nell’umiltà, nella pace e nell’amore». In questa espressiva frase il filosofo e sociologo delle religioni Frédéric Lenoir, nel suo saggio «L’anima del mondo», condensa il messaggio che dovrebbe spingere l’uomo a rovesciare le categorie attuali del suo vivere.
![]() |