Vita cattolica

Siamo custodi del creato divino

Avrebbe potuto essere una discussione accademica, ma non lo è stata. Merito di un pubblico attento, ma non specializzato. La presentazione, nella Biblioteca nazionale di Potenza, del volume «La relazione tra creatore, creazione e creature. Aspetti etici e pastorali» di Rosanna Vinci, organizzata dall’istituto in collaborazione con la direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Basilicata e la Regione, è stata l’occasione per riflettere sulla creazione come identità dell’esistenza e prospettiva per l’uomo.

Nosiglia: insieme verso la rinascita

Bisogna avere fiducia e speranza per superare la crisi. Tutti sono chiamati a fare la propria parte. La Chiesa, le istituzioni, gli imprenditori, la società civile. L’importante è non rassegnarsi al declino. E lavorare in rete per favorire lo scambio di idee e di progetti. L’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nel giorno della solennità di San Giovanni, patrono della città, lunedì 24 giugno, davanti a un Duomo gremito (presenti il sindaco, le autorità civili e militari, e il grande «popolo di Dio»), ha lanciato un appello, ma anche una proposta: promuovere una «grande agorà sociale», una cabina di regia comune, un percorso che sfoci in una assemblea generale che riunisca le voci e le energie della Chiesa e della società.

La sedia vuota parla

La sedia vuota al centro e in prima fila nell’Aula Paolo VI sabato 23 giugno al Concerto per l’Anno della Fede: un evento significativo quanto le parole, i gesti, gli atti di papa Francesco in questi primi cento giorni da quando, chiamato «dai confini del mondo», è Vescovo di Roma e come tale Pontefice della Chiesa universale.

Enrico uomo di Dio

Genova ha ricordato Padre Enrico di Rovasenda in una giornata dedicata al padre domenicano scomparso nel 2007 a 101 anni. Nel Convento di Santa Maria di Castello, dove il religioso ha vissuto per moltissimo tempo dalla metà degli anni Cinquanta, sono intervenuti illustri relatori, i familiari, i confratelli domenicani e molti amici di padre Enrico.

L'amore più forte della legge

È per la nona volta che la sfida di fare un festival non su un libro qualsiasi, ma su Il Libro, viene vinta. A Vicenza gli undici giorni del Festival biblico sono volati anche in questa edizione, tra incontri, mostre, dibattiti, meditazioni, spettacoli, che hanno cercato di sviscerare un tema molto dibattuto, non solo nella nostra società progressivamente scristianizzata.

Una foresta in Israele in nome del card. Martini

«Colui che ha riposto il proprio interesse nella Torah dell’Eterno e medita il suo insegnamento giorno e notte sarà come un albero piantato lungo corsi d’acqua che darà il suo frutto a suo tempo, le cui foglie non appassiranno mai, e tutto ciò che farà avrà successo».

Dopo Cristo ma sempre con Cristo

In genere ogni persona mediamente colta, credente o laica che sia, pensa di sapere: 1) che cosa è la Chiesa cattolica; 2) quali sono i fondamenti teologici e la tradizione storica di una fede religiosa che ha compiuto duemila anni; 3) che come in tutte le vicende umane vi convivono il bene e il male, l’obbedienza e la rivolta, la carità e la violenza; 4) che la letteratura mondiale ne ha fatto una biblioteca immensa, fin dai primi libri stampati, non per caso la Bibbia. E così via.

Scacco matto da sette donne ai pregiudizi anticattolici

«La Chiesa è la madre di tutte le Inquisizioni». E, soprattutto, «nemica di scienza e filosofia». «Il celibato è una norma nociva», perlopiù disattesa e per questo fonte di corruzione e infelicità. «I protestanti sono più aperti alle sfide della modernità rispetto ai cattolici». Per salvarsi l’istituzione ecclesiastica «deve tornare alle origini». Quanti «luoghi comuni» sulla storia bimillenaria della Chiesa, molti dei quali avallati da «un’opinione diffusa e politicamente corretta» che tenta di portare l’istituzione ecclesiale davanti al tribunale della storia, come sostiene il teologo Bruno Forte. Ma è sempre stato così? No, non è sempre stato così. E per dimostrarlo non c’è che una strada: far entrare in scena proprio la storia. Uno sguardo cioè capace di circoscrivere e contestualizzare tante credenze, per scoprire che la verità ha molte facce, alcune delle quali davvero sorprendenti.

Salvò 105 ebrei e morì nel lager

«Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, come trattano gli ebrei qui dentro, saresti pentito solo di non averne salvati di più». Disse con convinzione Odoardo Focherini al cognato Bruno Marchesi che lo visitava nel carcere di San Giovanni in Monte a Bologna. Una frase che campeggia nel Museo-Monumento al deportato politico e razziale di Carpi (Modena). Nella sua Carpi, sabato 15 giugno 2013, il «Giusto» Odoardo viene proclamato «Beato» in una celebrazione presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei santi. È il primo italiano a essere beatificato per aver salvato gli ebrei dalla persecuzione nazista.

Don Gallo due Chiese in una sola

Lo Spirito, e la diversità dei doni: la Chiesa al funerale di don Andrea Gallo ha dato l’impressione di essere scossa da un vento impetuoso, che ha turbato, e fatto pensare. Poi, però, è stato nella brezza leggera che tutto si è ricomposto. Quello che è accaduto a Genova il 25 maggio, per la prima volta il prete di strada don Andrea Gallo non potrà raccontarlo, e i giornali e le telecamere non potranno registrare un suo commento sferzante e certamente provocatorio.

Così cinquant'anni fa spirò Giovanni XXIII

«Caro conte, devo chiederle un favore. Quando il Papa fa qualcosa lei su “L’Osservatore Romano” scrive: “Sua Santità si è benignamente degnata di...” e quando il Papa dice qualcosa scrive: “Le sue auguste labbra hanno pronunciato...”. Ecco, scriva semplicemente: “Il Papa ha fatto, il Papa ha detto”». Al conte Giuseppe Dalla Torre, leggendario e severo direttore del giornale vaticano per un quarantennio (1920-1960), non rimase che ubbidire alla richiesta di papa Giovanni.

Roncalli e Montini si scrivono

Potere leggere la corrispondenza di due amici è sempre un penetrare nell’intimità della coscienza dei protagonisti e conoscere le motivazioni profonde dei loro comportamenti, ma se questi due amici sono stati al più alto grado di responsabilità nella vita della Chiesa, come successori di san Pietro, in un momento particolare della vita della comunità ecclesiale, vuol dire anche potere conoscere lo snodarsi delle vicende storiche e cogliere alla fonte la genesi degli avvenimenti.

De Giorgis, profeta per la fede

«Per disavventura troppi cristiani hanno dimenticato che la denuncia profetica è una dimensione essenziale della fede, e si sono adattati a quello che per primo Mounier chiamò il “disordine stabilito”». Ettore De Giorgis scriveva così nel 1972, fotografando l’inquietudine di una generazione di cattolici formatisi con il Concilio Vaticano II, ma anche raccontando il suo personale percorso di fede.

Roma e Bisanzio amiche

Per celebrare i 1700 anni della promulgazione dell’Editto di Costantino (detto anche Editto di Milano) e, con essa, il significato della parola «libertà» in ambito religioso, la città cuore della Chiesa ambrosiana ha ricevuto dal 14 al 16 maggio un ospite particolarmente importante: sua santità Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli «Nuova Roma» e patriarca ecumenico.

Don Puglisi, una vita alla salvezza dei giovani

Don Pino Puglisi, barbaramente assassinato dalla mafia il 15 settembre 1993 «aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale: nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani e si è adoperato perché ogni famiglia vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli. Il popolo affidato alle sue cure ha potuto abbeverarsi alla ricchezza spirituale di questo buon pastore».

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