![]() Accesso utente |
Vita cattolicaFiducia nei giovani«Tanti ragazzi tosti, quando li abbiamo puniti, ci hanno minacciato, ma alla fine non hanno fatto niente perchè sentono che c'è amore dietro a quella punizione. Gridano, si arrabbiano, ma poi ritornano perchè in quella punizione c'è l'educazione». Alla Fraternità Buon Samaritano in Locride con suor Carolina funziona così. Questo significa educare? Oppure educare è vuol dire «smettere di continuare a considerare i giovani semplicemente come persone bisognose, di cui l'adulto è chiamato a prendersi cura», come si legge in un sondaggio della Cattolica?
Sei mirabili vite martiri di Ebola«Siamo nell’esperienza più forte dell’identificazione a Gesù sulla croce. Le sorelle di Kikwit ci edificano nella testimonianza di fede e di fiducia nell’Amabile Infinito. Non abbiamo notizie sulle famiglie delle sorelle zairesi. Stiamo trepidando e pregando, le comunicazioni con l’esterno sono impossibili visto l’isolamento della comunità. Per il momento nessun’altra notizia se non che l’epidemia si sta propagando nei villaggi».
Immigrazione, una tragedia di disumanitàC’è la storia struggente di 40 piccoli eritrei scampati alla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre scorso che rischiavano di finire in una residenza fatiscente e invece grazie all’aiuto di volontari e operatori Caritas vengono accolti in una struttura della diocesi di Caltagirone. Per loro laboratori di didattica, pittura e anche tanto sport. Un piccolo miracolo costruito in meno di 24 ore.
Si apre per Ballestrero la strada della santitàRivelò presto di quale pasta era fatto. Colpito a 19 anni da setticemia, estesa dall’unghia al piede e alla gamba, Alberto Ballestrero fu ricoverato nell’ospedale genovese di Galliera dal 3 ottobre al 24 dicembre 1932. Per salvarlo, bisognava amputargli la gamba. Rifiuta: «O prete o morto». Senza una gamba non si diventava preti. Gli amputano solo l’alluce destro: costretto alle stampelle, rifiuta calze e stufa. C’è un piccolo strascico giudiziario. Avrebbe dovuto fare la visita militare, ma i superiori dimenticarono di comunicare la sua condizione al Distretto e così fu processato per renitenza. Gli consigliarono di presentarsi al tribunale in abiti civili. Niente affatto: va in abito religioso. Assolto. Ora, con il voto dell’episcopato piemontese, si avvia la causa di beatificazione.
Sermig, 50 anni d'oroCinquant’anni di carità, preghiera, dialogo per la pace. Cinquant’anni al servizio dei poveri, degli immigrati, degli ultimi. Cinquant’anni di sogni trasformati in realtà: dalla lotta alla fame nel mondo all’Arsenale della pace, dalle origini torinesi al Brasile e alla Giordania, con i giovani sempre al centro. Il Sermig di Torino ha festeggiato mezzo secolo di vita, lunedì 3 febbraio, con un incontro all’Arsenale di Borgo Dora dal titolo emblematico, «Rendiamoci conto».
Ritornare ai giovaniInvitava i ragazzi ad uscire dalle loro sicurezze per entrare come protagonisti nel grande sogno di Dio. Sempre con la gioia negli occhi e la speranza nel cuore. Perché santità e allegria, diceva don Bosco, sono un binomio inseparabile. Ed erano migliaia i giovani che martedì 30 e mercoledì 31, incuranti del freddo e della neve, hanno seguito l’urna del santo tornata nella loro Torino, dopo aver viaggiato in cinque continenti e toccato 130 paesi.
La finanza uccide economia e lavoroMons. Giancarlo Bregantini arcivescovo di Campobasso Bojano, in una Locride sprovvista di vescovo, ha fatto visita, a metà gennaio, al Piccolo Eremo delle Querce in S. M. di Crochi, piccolo gioiello che si incastona in un luogo da fiaba, in mezzo ad una vegetazione rigogliosa, tra le montagne di Caulonia. Moltissime le persone che hanno raggiunto il luogo, dove si è festeggiato il 40° e il 25° di vita religiosa di due consorelle.
Difendere la vita per avere futuroIn un Paese, come l’Italia, in cui ci sono circa quattro milioni di cittadini tra inoccupati e disoccupati (meno 40 per cento di giovani) e circa otto milioni di famiglie che non arrivano alla fine del mese per coprire, sul piano finanziario, il costo reale della vita, sembrerebbe fuori luogo parlare di «generatività responsabile» come atto fondamentale e collaborativo per assicurare un futuro di speranza affidabile, per cambiare in meglio le condizioni di vivibilità, degne degli uomini globali e delle donne planetarie.
"Nonviolenza" nuovaSulle prospettive della nonviolenza prevale il realismo scettico dello scrittore e pensatore Goffredo Fofi, ma questo non deve scoraggiare e se «la nonviolenza segna il passo laddove considera più importante una pratica di perfezionamento individuale o di gruppo che l'incisività sociale e politica delle sue tante possibili dimostrazioni», dall’altro sembra una delle poche strade per non brutalizzare ancora di più il mondo, nonostante ci siano studi scientifici come quello di Steven Pinker che ricordano come oggi l’umanità viva il periodo della sua storia meno violento.
Li salva Don BoscoAveva 8 anni quando le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) lo hanno sequestrato e lo hanno addestrato, gli hanno insegnato a sparare con il kalashnicov, a lanciare le bombe molotov, a tagliare la gola di un nemico con il pugnale. Poi lo hanno buttato nella mischia. Come tutti i bambini, ignorando i pericoli, Pedro non aveva paura di nulla. Le Forzas armadas revolucionarias de Colombia, o Ejército del pueblo, sono un’organizzazione guerrigliera comunista di ispirazione marxista-leninista fondata nel 1964, la più vecchia dell’America Latina, che si è macchiata di stragi a catena e di un’infinità di nefandezze. Ora a Cuba vanno avanti, fra mille difficoltà, i negoziati di pace con il governo di Bogotà.
Petrini: Papa Francesco aiuta a proteggere la Terra«Buonasera, sono papa Francesco». E’ iniziata così, una sera di fine settembre, in un albergo di Parigi, la telefonata tra il Pontefice e Carlo Petrini, fondatore di Slow food e Terra madre, la più grande rassegna mondiale di contadini. A raccontarlo, per la prima volta, dopo le notizie uscite sui più importanti quotidiani italiani, è lo stesso Petrini, ospite a Torino del terzo incontro su «Fragilità: fede, possibilità o risorsa» organizzato dalla Cattedra del dialogo, l’iniziativa culturale promossa dai vescovi del Piemonte.
150 anni con i poveriNella Torino dell’Ottocento promuoveva la prima scuola elementare per bambine povere nel rione di Borgo Dora, allora uno dei più degradati della città. Qualche anno più tardi apriva il primo asilo infantile. Ma il suo amore più grande è sempre stato quello verso le ex detenute: segue le ragazze direttamente nelle prigioni, insegna loro a leggere e scrivere, e una volta libere le aiuta con piccoli lavoretti perchè riescano a mantenere se stesse e i propri figli. Esistenze perdute alla luce del Vangelo.
I nuovi cardinali e la Chiesa di tuttiLa Chiesa «dei poveri» e «per i poveri» agognata e pronosticata da papa Francesco fin dal giorno della sua elezione prende forma con grande evidenza anche agli occhi dei distratti e degli indifferenti con la nomina di nuovi 16 cardinali (più 3) annunciati all’Angelus di domenica 12 gennaio e ai quali imporrà la berretta rossa e consegnerà l’anello il 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro. Si tratta di un evento grandioso, spirituale e umano, religioso e politico, che colpisce per la sua singolarità e novità, e offre l’immagine di una Chiesa autenticamente e realmente «cattolica», estesa in tutto il mondo e aperta a tutto il mondo.
Un monte di storiaSapevate che i network internazionali del Seicento erano i frati cappuccini? A dirlo è Nicolò San Germano, presidente della Fondazione San Martino, durante la presentazione del libro «Il Monte dei Cappuccini e Filippo d'Agliè».
Il Vangelo e la pace coi poveriL’arte oratoria ha uno degli espedienti nella martellante ripetizione di una stessa espressione, come il caso famoso del ripetuto «…liberaci!» usato dal beato Giovanni Paolo II nella conclusione dell’Atto di affidamento e consacrazione del mondo alla Vergine Maria a Fatima del 13 maggio 1982.
![]() |