Vita cattolica

Frei Betto non abdica da teologo della povertà

Prima dell’appuntamento, organizzato, a Polignano a mare, da Rete Radiè Resh e dalla parrocchia Sant’Antonio sul tema della speranza, Frei Betto, frate domenicano brasiliano, esponente della Teologia della liberazione, era stato dal Papa. Un incontro breve in cui il frate ha posto all’attenzione del Pontefice alcuni punti.

Educare alla pace: un buon esempio

Nel cuore di Torino, nella centralissima via Garibaldi, c’è una casa in cui si ritrovano persone di buona volontà che hanno a cuore le sorti del mondo. Sono i frequentatori del Centro di educazione alla pace Sereno Regis, al numero 13 della via. Abbiamo incontrato Nanni Salio, il presidente del Centro, da sempre impegnato nella difesa dei valori della pace.

Tutti chiamati a dare il Vangelo con la gioia

«Annunciare la Parola di Dio nel segno della gioia», cioè con uno stile partecipato, festoso e con messe celebrate anche all’aperto per coinvolgere tutta la comunità. «Scoprire Dio come sorpresa inaspettata»: se davvero Gesù ha cambiato la nostra vita, noi per primi dovremmo farci testimoni evidenti della sua luce e della nostra fede. «Progettare una Chiesa in uscita», non chiusa nelle sacrestie, ma capace di andare oltre i luoghi della catechesi per avvicinare la gente là dove vive, lavora, studia o soffre. «Proporre un “ministero dell’accoglienza”» perché ogni singola parrocchia venga percepita come una «soglia» e non una «dogana».

La forza della povertà

Ha un cognome che riconduce nei suoni alle asprezze delle montagne del Vorarlberg, la regione austriaca al confine con la Svizzera, il Liechtenstein e la Baviera in cui è nato nel 1946, e di quei luoghi conserva la gentilezza e la riservatezza. Eppure padre Georg Sporschill non può passare inosservato grazie alla sua fisicità forte, ma soprattutto al volto sempre pronto a sorridere. Quinto figlio di nove fratelli, dopo essersi ritrovato a vivere gli scoppi del Sessantotto a Parigi e aver preso parte allo spirito di cambiamento di quei giorni, ha deciso di dare una risposta profonda alle sue inquietudini abbracciando a trent’anni la vita religiosa.

Chiesa più aperta, non solo in Rete

Chiusi i battenti del X Festival biblico di Vicenza sabato 2 giugno, restano le idee, le provocazioni, le testimonianze espresse da ospiti illustri, da teologi e addetti ai lavori, che hanno dato vita al tema di quest’anno, «Le Scritture, Dio e l’uomo si raccontano». Conferenze, mostre, musica, teatro, ma anche meditazioni, hanno cercato di esplorare la complessità con cui la Bibbia svolge la sua narrazione, e quanto essa si formuli grazie alla relazione tra creatura e Creatore, diventi racconto per comprendere il messaggio divino nel mutare dei tempi e nelle povertà di oggi.

Dio e l'uomo in un tweet

Ha saputo crescere con la pazienza che sa vedere lontano e grazie alla solidità di un’idea accattivante: il Festival biblico, promosso dalla diocesi di Vicenza e dalla Società San Paolo, è ormai giunto alla decima edizione ed è riuscito a conquistare la fiducia di un pubblico eterogeneo, superando nel 2013 le 45 mila presenze.

I vescovi: prima lavoro e famiglia

Le istituzioni pongano il lavoro «come una priorità su cui concentrare l'impegno di tutti». È questo l’invito lanciato nel Messaggio dai vescovi italiani a conclusione dell’assemblea della Cei che, per la prima volta, è stata aperta dal Papa e proseguita con un serrato dibattito che per un’intera giornata, quella di mercoledì scorso, è stato assorbito dalle modifiche allo Statuto per sancire una diversa formula per l’elezione del Presidente.

In tre Paesi per la pace

Viaggio «molto breve e molto intenso» questo pellegrinaggio di papa Francesco in Terra santa. Tre soli giorni, da sabato 24 a lunedì 26 maggio, comprensivi di partenza e rientro. Come il viaggio di Paolo VI nel 1964, con lo storico abbraccio tra il papa di Roma, Giovanni Battista Montini, oggi servo di Dio e fra pochi mesi beato, e Aristokles Spyrou Atenagora, il patriarca di Costantinopoli, la “seconda Roma”.

Le difficili realtà oggi in Terra Santa

La Custodia di Terra santa, provincia francescana dell’ordine dei Frati minori, custodisce da oltre 800 anni i Luoghi santi in Medio oriente per mandato della Chiesa universale. La sua attività si estende a tutte le regioni del bacino sud-orientale del Mediterraneo, tra cui la Siria. Qui, insieme a pochi altri esponenti della Chiesa latina, i Frati minori sono impegnati a sostenere i bisogni della popolazione non solo cristiana. La Custodia è presente in diverse città siriane: Damasco, Aleppo, Lattakiah, Oronte. I dispensari medici dei conventi francescani, secondo la tradizione della Custodia, diventano luogo di rifugio e accoglienza per tutti, senza alcuna differenza fra etnie di alawiti, sunniti, cristiani, ribelli o governativi.

Le quattro parole del Papa

Papa Francesco «è quello che dice». Non comunica, «crea eventi comunicativi». Tra la parola e la vita, «sceglie sempre la vita». Cioè l’esempio: la vita è il paragone delle parole, se non reggono il confronto sono vuote. E se ci sono “parole piene” che arrivano dritto al cuore di credenti e non credenti sono proprio quelle di Bergoglio: per il Santo padre conta il gesto, solo dopo fioriscono le parole, se servono. Se sono inutili, meglio tacere. Il gesto è più efficace.

Paolo Vi beato dopo tanti dolori

Il 2014 anno dei tre papi. Dopo san Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II, domenica 19 ottobre avremo il beato Paolo VI, a conclusione del Sinodo straordinario sulla famiglia che suggellerà il legame inscindibile tra famiglia e vita. L’11 ottobre, anniversario dell’apertura del Concilio, sarà la festa di san Giovanni XXIII; il 19 la beatificazione di Paolo VI; il 22, anniversario dell’inizio del pontificato wojtyliano, la festa di san Giovanni Paolo II.

Roncalli e Wojtyla santi perchè

La simultanea canonizzazione di due Papi avvenuta durante la celebrazione eucaristica presieduta la settimana scorsa da papa Francesco e presenziata anche dal papa emerito Benedetto XVI, è un evento assolutamente storico per la vita della Chiesa cattolica e per la vita del mondo. Per la vita della Chiesa cattolica, l’evento appartiene all’«universo delle meraviglie» del Signore, allo stupore dell’imprevedibilità dello Spirito del Risorto e alla perenne creaturalità estatica del Padre; per la vita del mondo, l’evento appartiene, invece, all’utopia della speranza dei popoli, al desiderio diffuso e infinito di toccare l’Oltre e al sogno costante e inappagabile di unirsi all’Oggetto immenso.

In tanti a testimoniare "l'eroismo quotidiano"

Il vecchio Palasport di Genova domenica scorsa straripava di famiglie. Una tipologia di pubblico fuori dagli schemi, passeggini e ragazzini e madri e padri a riempire le gradinate e fare un tifo speciale. Convocati non da un allenatore, ma da un arcivescovo che da tempo, come presidente della Cei, ha per la famiglia un’attenzione speciale: per quella, e per il matrimonio, hanno fatto il tifo, letteralmente, almeno cinque-seimila persone. Ed stata chiamata proprio così: «Convocazione», diocesana, delle Famiglie.

Angelo e Karol sugli altari

Lunedì 8 ottobre 1962 mancano tre giorni all’apertura del Concilio. L’anticamera è affollata di cardinali e vescovi in attesa di incontrare papa Giovanni. Passa il segretario di Stato cardinale Amleto Cicognani. Passa il cardinale Antonio Caggiano, arcive­scovo di Buenos Aires. Passa l’arcivescovo Gi­no Paro, presidente della Pontificia accademia ecclesiastica. Passa l’arcivescovo Egidio Va­gnozzi delegato apostolico negli Stati Uniti. Poi è la volta, annota Roncalli sul diario, di una «importante e cara udienza al cardinale Stefan Wyszynski, arcivesco­vo di Varsavia. Prima solo e poi con i vescovi polacchi, nobi­le stuolo di prelati distinti che circon­dai di ogni più cortese cordialità».

Il più giovane è Karol Wojtyla. Fu il loro primo e unico incontro: il polacco ha 42 anni; il bergamasco di anni ne ha quasi 81. Nove mesi dopo, il 3 giugno 1963, Papa Giovanni muore. Sedici anni e 8 giorni dopo, il 16 ottobre 1978, il polacco sale sul Soglio di Pietro, e succede a Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo I. Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000 proclama beato il predecessore, dopo averne visitato la casa natale a Sotto il Monte (Bergamo) nel 1981, come il giovane don Angelo aveva visitato Cracovia nel 1912. Benedetto XVI il 1° maggio 2011 proclama beato Giovanni Paolo II.

La Polonia che scoprii con Wojtyla

Conobbi il futuro papa Giovanni Paolo II nel 1972. Due anni prima ero venuto in Polonia come inviato di «Famiglia Cristiana» per intervistare Frantisek Gajowniczek, il padre di famiglia condannato a morire di fame in un bunker di Auschwitz e scampato in extremis grazie a padre Massimiliano Kolbe (ora santo) che si sostituì a lui salvandogli la vita.

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