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Il "grido della pace"

Non armi, non eserciti, non missili, non droni telecomandati o bombe intelligenti, nessuno strumento di guerra, tradizionale o moderno, possiede la Chiesa (e il Vaticano) per fermare le minacce alla pace. Quali mezzi ha per esecrare il conflitto che dalla Siria potrebbe incendiare il mondo? La Chiesa ha solo mezzi spirituali. La preghiera e il digiuno. Sono le armi della Chiesa dei poveri. Della Chiesa primitiva, da Gregorio Magno, che fermò Attila con la Croce, a oggi e sempre. E al digiuno e alla veglia chiama papa Francesco. «Qui, a piazza San Pietro». Sabato 7, dalle ore 19 alle 24. Veglia e preghiera in quel tempio all’aperto che è Piazza San Pietro.

Una guerra non voluta da nessuno

Il grande dilemma dei nostri giorni riguardante la Siria è come dare risposta a un crimine che nessuna morale può rendere accettabile: se sia giusto fare contro il presidente-dittatore Assad come l’America di Bush fece in Iraq contro il dittatore Saddam Hussein, accusato di prepararsi a una guerra atomica, o come la Nato e l’Europa fecero in Kosovo, per difendere quel popolo dal nazionalismo fanatico della Serbia di Milosevic.

Il peggio e la speranza

Giovedi 11 luglio l’articolo di fondo del «Corriere della Sera», scritto da Antonio Polito, recava per titolo questo giudizio riferito alle 24 ore precedenti: «Il giorno nero della Repubblica». Perché «nero»? Perché il Pdl aveva proposto tre giorni di sospensione dei lavori del Parlamento come clamorosa, aventiniana risposta alla decisione della Corte di cassazione di tenere il 30 luglio la propria udienza sul processo Mediaset, chiesta dalla difesa dell’ex premier (ma certo senza nessuna urgenza, dato l’incombere non lontano della prescrizione).

Il mondo cerca una locomotiva

Nelle ultimissime settimane il quadro complessivo delle previsioni sull’economia internazionale e delle attese degli operatori sembra aver aggiunto margini ulteriori di incertezza ad uno scenario già di per sé caratterizzato dalla spasmodica attesa di effettivi segnali di una consistente ripresa, che continuano ad essere periodicamente spostati avanti nel tempo.

Papa Bergoglio: riforme al galoppo

Abrogata la pena dell’ergastolo, se mai sia stata erogata nei tempi moderni, nello Stato Città del Vaticano,che si pone così all’avanguardia tra le realtà statuali, fra cui l’Italia, per l’applicazione della giustizia moderna. Ma papa Francesco cala il pugno duro per i delitti contro la persona, in particolare la pedofilia e la pedopornografia, che hanno suscitato tanti e così forti scandali e addolorato gli ultimi anni di pontificato di Benedetto XVI, e contro la corruzione in generale.

Il Papa della luce

«La Luce della fede», «Il grande dono portato da Gesù». «Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre». Sono le prime righe della Lumen fidei, la prima enciclica di papa Francesco, scritta a quattro mani con Benedetto XVI, del quale completa la trilogia dopo le precedenti sulla carità e sulla speranza. Papa Ratzinger aveva fatto una prima stesura. «Gliene sono profondamente grato», scrive Francesco, e, nella fraternità di Cristo, assumo il suo prezioso lavoro, aggiungendo al testo alcuni ulteriori contributi».

Ora tocca alle imprese

La perdurante delicatezza del momento presente impone al governo di non deflettere dal programma enunciato al momento dell’insediamento, inteso a coniugare il progressivo risanamento della finanza pubblica con l’adozione di misure atte a promuovere la crescita.

Egitto in fiamme "primavera" fallita

L’Egitto è nuovamente sull’orlo della guerra civile, come nei giorni cruciali della caduta del dittatore Hosni Mubarak dopo decenni di potere indiscusso. Oggi a infiammare gli animi è la deposizione del presidente Mohamed Morsi, avvenuta allo scadere dell’ultimatum imposto dall’esercito nei suoi confronti al culmine di un crescendo di tensioni alimentate da estese proteste popolari.

Il Papa parla chiaro

Dimissioni al vertice dello Ior, la banca vaticana, al centro di contestazioni e sospetti; arresto di un prelato e complici indagati per riciclaggio; un sacerdote condannato per pedofilia e sospeso a divinis chiede di essere riammesso e inventa senza successo false accuse: il cammino di purificazione della curia romana è cominciato in modo clamoroso dietro i colpi di maglio di papa Francesco, proteso a una Chiesa povera per i poveri.

E ora, la dignità

In pochi giorni, fra mercoledì 19 e lunedì 24 giugno, due sentenze hanno segnato una tappa di ineguagliabile chiarezza e durezza nella storia politico-giudiziaria di Silvio Berlusconi. La prima è stata emessa dalla Corte costituzionale, chiamata dalla difesa del Cavaliere a intervenire sul “legittimo impedimento” negato il 1° marzo del 2010 dal Tribunale di Milano all’allora presidente del Consiglio per un’udienza nel processo Mediaset. Ne parla qui accanto con la consueta lucidità e competenza il giurista Gianfranco Garancini.

Un conflitto sbagliato dall'inizio

La scelta strategica di Silvio Berlusconi di tentare di difendersi dal processo e non nel processo continua a rivelarsi giuridicamente sbagliata, al di là degli esiti più o meno dilatori e, quindi, delle “uscite” dai processi per prescrizione. Anche in questo caso, quello recentissimo della sentenza della Corte costituzionale, che nel caso specifico dell’udienza penale del 1° marzo 2010 nel processo Mediaset ha negato la sussistenza dei motivi per fare valere il legittimo impedimento, il tentativo di dilazionare i tempi del processo si è rivelato infelice.

Meno liquidità, interessi più alti

Immaginiamo un paziente che, soffrendo di una grave e dolorosa malattia, durante la cura sia sottoposto ad un trattamento a base di antidolorifici che, pur attenuando la sofferenza, generano dipendenza e assuefazione. Supponiamo ora che l’équipe medica, rilevando un decorso lievemente positivo della malattia, nonostante la scarsa incisività delle cure finora adottate, annunci la possibilità di una più o meno imminente riduzione delle dosi di palliativo.

Francesco una vita col Vangelo

La trasmissione televisiva «Porta a porta» di giovedì 13 giugno è stata tutta dedicata a papa Francesco. In studio sei persone che avevano il compito di aiutarci a capire le novità di questo nuovo Papa. Si parla di sfida, di rivoluzione, di rinnovamento della Chiesa e della ventata di novità e di speranza che papa Francesco ha portato in questi primi tre mesi del suo pontificato.

Un fare necessario

Scorrendo le diverse misure per il rilancio economico del Paese contenute nel cosiddetto «decreto del fare» è difficile, ad una prima impressione, non pensare ad un insieme di provvedimenti accomunati solo dall’estrema urgenza della situazione e dalla scarsità di risorse mobilitabili.

I perchè del "no"

Il risultato più appariscente dei due turni di elezioni amministrative è senza dubbio il forte incremento dell’astensionismo rispetto alle stesse consultazioni di cinque anni fa, e anche rispetto alle politiche del febbraio scorso. Ha votato il 48,6 per cento degli aventi diritto, cioè meno di un italiano su due; a Roma poi si è scesi al 45,5.

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