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Le difficili realtà oggi in Terra SantaLa Custodia di Terra santa, provincia francescana dell’ordine dei Frati minori, custodisce da oltre 800 anni i Luoghi santi in Medio oriente per mandato della Chiesa universale. La sua attività si estende a tutte le regioni del bacino sud-orientale del Mediterraneo, tra cui la Siria. Qui, insieme a pochi altri esponenti della Chiesa latina, i Frati minori sono impegnati a sostenere i bisogni della popolazione non solo cristiana. La Custodia è presente in diverse città siriane: Damasco, Aleppo, Lattakiah, Oronte. I dispensari medici dei conventi francescani, secondo la tradizione della Custodia, diventano luogo di rifugio e accoglienza per tutti, senza alcuna differenza fra etnie di alawiti, sunniti, cristiani, ribelli o governativi. Fra’ Pierbattista Pizzaballa è stato nominato Custode di Terra sancta per la prima volta nel maggio del 2004 e riconfermato per la terza volta nel 2013 da papa Francesco: da ormai dieci anni svolge un compito delicatissimo in una terra che sembra non trovare mai pace. Lo abbiamo intervistato per «il nostro tempo», in occasione del viaggio di papa Francesco in Terra santa dal 24 al 26 maggio: fra’ Pizzaballa lo accompagna nel passaggio dalla Giordania, ad Amman, in Palestina, a Betlemme e a Gerusalemme. «L’annuncio del prossimo pellegrinaggio del Papa in Terra santa è stato accolto con grande entusiasmo», ha detto fra’ Pizzaballa. «Tutti noi potevamo immaginare che questo viaggio sarebbe avvenuto, ma l’annuncio ufficiale, con le date e i luoghi, ha saputo concretizzare questa gioia, che è di tutti coloro che si preparano ad accoglierlo. I preparativi sono già iniziati da tempo, con tante discussioni sul protocollo, ma credo che la cosa importante sia proprio la gioia delle persone, di tutte quelle persone che papa Francesco ha dimostrato di amare». Fra’ Pizzaballa racconta che appena giunto l’annuncio della visita del Papa «tutte le campane hanno cominciato a suonare, a Betlemme, Gerusalemme e in tutta la Terra santa. La visita di Francesco darà forza e coraggio ai cristiani del Medio oriente per superare le difficoltà presenti. Il Pontefice, con il suo carisma riconosciuto da ebrei e da musulmani, propone uno stile nuovo anche ai capi religiosi: non fermarsi ai discorsi, ma uscire con il coraggio della verità. Lo attendiamo con fiducia, perché la sua visita infonda speranza alla piccola minoranza cristiana del Medio oriente». Il viaggio di papa Francesco in Terra Santa è un viaggio al cuore del mondo: «Il cuore del mondo sta in Terra santa», spiega fra’ Pizzaballa, «il cuore del mondo batte a Gerusalemme». La Terra santa è «la terra della rivelazione, del dono della legge, dell’Incarnazione, è la terra di Cristo, nella quale convergono tutte le nostre aspirazioni e speranze. La Terra santa è, sopra ogni altra cosa, crocevia di popoli, religioni, culture. Paese di scorribande furiose di popoli antichi. Paese di interesse politico-militare per troppe potenze attuali». Che cosa significa la Terra santa per il mondo oggi? «La Terra santa, per antica elezione, è la terra della nostra redenzione», ha detto fra’ Pizzaballa, «ma anche sede primaria delle tre grandi religioni monoteistiche ed è quello che fa di questo Paese un microcosmo che è immagine e proiezione, nel bene e nel male, della situazione mondiale. La Terra santa oggi non è un luogo qualunque: è la terra che ha dato origine alla nostra fede, dove affondano le nostre radici. Abbiamo l’imperativo di radicarci nella testimonianza cristiana: essere con i fatti i testimoni di una speranza che non demorde di fronte all’evidenza. Le opere e l’impegno concreto di ciascuno di noi, la nostra testimonianza, devono dire chi siamo». Si tratta di un pellegrinaggio che non può essere paragonato a nessun altro: chi visita la Terra santa vuole incontarre Cristo. «La Terra santa è un quinto vangelo. Le pietre parlano di Gesù, della sua storia e della rivelazione di Dio, la rivelazione unica di Dio all’uomo. La rivelazione è un evento concreto, non teorico: questo è il significato di sempre, che oggi assume un ruolo più importante», sottolinea fra’ Pizzaballa, «e il compito dei francescani è aiutare i pellegrini non soltanto a stare nei luoghi santi, ma a comprenderli, ad accompagnarli in questo itinerario di fede». Dal 2002 a supporto della Custodia di Terra santa è stata creata l’associazione «Pro Terra Sancta», un organizzazione senza scopo di lucro (ong), di cui fra’ Pierbattista Pizzaballa è presidente. L’associazione promuove progetti a livello internazionale in area socio-educativa e interventi di conservazione dei santuari e del luoghi santi. In dodici anni di attività, grazie a centinaia di volontari nell’arco degli anni e a più di 4 mila benefattori ha contribuito alla missione francescana in Terra Santa portando beneficio a oltre 100 mila persone.Questo viaggio del Santo Padre ha acceso in loro la speranza che si torni a porre l’attenzione su queste terre, sui suoi abitanti e sulle testimonianze storico-artistico-religiose che i frati conservano a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, ma anche a Betlemme, a Nazaret, a Cafarnao, sul Monte Nebo. L’Occidente deve tornare a sostenere, come è successo nei secoli passati, i luoghi dove il cristianesimo è nato e che il Papa visiterà. I progetti dell’Associazione attivi in questo momento sono una ventina. Si è appena concluso il restauro della Basilica dei Getsemani mentre sono in corso i restauri dei mosaici del «Dominus Flevit» e alla «Cappella dei Franchi» al Santo sepolcro. Da due anni è in corso il progetto del «Terra Sancta Museum», che i francescani della Custodia hanno in programma di aprire a Gerusalemme e che sarà presentato al Santo Padre in questa occasione. Sono arrivate donazioni da tutto il mondo, ma ancora molto deve essere raccolto affinché questo progetto possa essere realizzato. L’associazione promuove inoltre diverse iniziative in area socio-educativa. Compito dei francescani è anche quello di occuparsi della comunità residente e molti sono i progetti in corso per sostenere e aiutare non solo la popolazione cristiana, ma anche quella musulmana. Molti traguardi sono stati raggiunti. Da pochi mesi si è concluso il progetto «Sostenere l'emergenza dell'educazione nei territori palestinesi di Gerusalemme Est, Betlemme e Gerico», realizzato in collaborazione con la Fondazione Avsi. Grazie all’iniziativa «Gerusalemme: Pietre della Memoria», nata per fronteggiare l’emergenza abitativa nella città vecchia, lo scorso luglio sono state consegnate agli abitanti le prime 35 case ristrutturate. Una delle priorità che impegna l’associazione è quella di sostenere i conventi e le parrocchie nei territori siriani che danno da dormire e provvedono ai bisogni primari di moltissime famiglie. I frati sono attivi in questa terra da prima che il conflitto iniziasse e proprio per questo riescono ad agire e a dare tutta l’assistenza necessaria. L’associazione «Pro Terra Sancta» ha già raccolto molto in questi due anni e mezzo di conflitto, grazie alla generosità di tante persone che hanno fatto anche piccole donazioni. Purtroppo non basta. Il bisogno è enorme e moltissima gente sopravvive solo grazie agli aiuti provenienti dall’esterno. Significativo sarà l’incontro di papa Francesco in Giordania, a Betania, con i rifugiati siriani, fissato per sabato 24 maggio, che si spera possa tornare a portare attenzione su questo conflitto che in meno di tre anni ha causato la morte di oltre 150 mila persone tra cui moltissimi bambini. Dopo la chiusura senza nessun risultato di «Ginevra 2», la Conferenza internazionale di pace sulla Siria, rischia di svanire la possibilità di creare corridoi umanitari per portare soccorso alla popolazione.
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