"L'amore più grande" nel logo dell'Ostensione

L’Ostensione 2015 sarà all’insegna dei giovani, aveva detto l’arcivescovo di Torino e custode della Sindone, mons. Cesare Nosiglia. È così è stato. Prima il lancio del motto «L’amore più grande» affidato a un tweet, con la possibilità di rilanciarlo dal sito @sindone2015. Poi l’annuncio che l’esposizione del Telo sarebbe stata più lunga delle precedenti: da domenica 19 aprile a mercoledì 24 giugno, festa di san Giovanni Battista, patrono della città, e onomastico di don Bosco, 67 giorni in tutto, comprese anche le vacanze scolastiche per agevolare gli studenti e le loro famiglie («Ma li aspettiamo anche nei week end e nei ponti che ci saranno in primavera…»). E adesso il logo: realizzato dall’agenzia pubblicitaria Armando Testa sì, ma sulle idee creative degli allievi dell’Accademia Albertina di Belle arti di Torino e di un gruppo di giovani che partecipano al cammino del Sinodo diocesano.

Il logo è essenziale, ma di impatto. Il volto dell’Uomo della Sindone emerge sulla destra dallo sfondo, che richiama il colore del Telo. Tra la bocca e gli occhi, in orizzontale, campeggia il motto: «L’amore più grande». In basso, a sinistra, la scritta: «Sindone 2015». La disposizione del testo e dei colori suggeriscono l’immagine di una croce. Presentato sabato scorso alla Gmg, la Festa della gioventù in un Palasport gremito (oltre 1.700 i ragazzi) al Parco Ruffini, il «marchio» diffonderà in tutto il mondo l’Ostensione 2015 organizzata nel bicentenario della nascita di don Bosco. Prima uscita la prossima conferenza episcopale della Cei. «Il logo verrà diffuso a tutti  i vescovi», ha annunciato Nosiglia, «così che nelle diocesi di tutta Italia si possa cominciare a ragionare sui pellegrinaggi» (anche se la data per le prenotazioni non è ancora stata definita, si legge sul sito ufficiale).

«Il logo è stato lanciato alla Festa dei giovani perché è stato fatto dai giovani», ha spiegato l’arcivescovo di Torino. Nei mesi di febbraio e marzo gruppi di allievi dell’Accademia e del Sinodo diocesano, coordinati dalla Pastorale giovanile, hanno lavorato sodo per realizzare un «segno grafico» che richiamasse i contenuti del motto e il tema dell’Ostensione. Si cercava un prodotto che unisse creatività e riflessione, alla luce del motto tratto dal Vangelo di Giovanni. «Il motto», ha detto mons. Nosiglia, «vuole sottolineare come l’amore di Dio per gli uomini è lo stesso amore di Gesù Cristo. E “donare la vita” significa scoprire la propria vocazione, in qualunque situazione, anche in quelle più difficili di sofferenza e malattia». I ragazzi hanno lavorato da soli o in gruppi, guidati dai docenti dell’Accademia e dagli esperti della Pastorale. Su 43 progetti (saranno pubblicati sul sito www.sindone.org), ne sono stati scelti quattro, giudicati più interessanti, e sottoposti all’Agenzia Armando Testa (che ha offerto gratuitamente la propria consulenza).

L’Ostensione, che porterà papa Francesco a Torino, in una data ancora da definirsi («Il calendario dei viaggi del 2015 non è pronto»), si caratterizza così per la capacità di attrarre i giovani. Per loro, ha detto mons. Nosiglia, stiamo anche pensando a una «grande veglia». E il pensiero corre alle ultime Giornate mondiali della gioventù (non è un caso se il logo è stato presentato proprio alla Gmg di Torino), con tutta la grande voglia di vivere che solo i giovani sanno trasmettere: migliaia di ragazzi e ragazze pellegrini nei luoghi che hanno visto crescere don Bosco, da Valdocco al Colle, ma anche alla scoperta della «città dei santi sociali» e della Sindone.

La Gmg di sabato scorso al Parco Ruffini è stata una sorta di preparazione. I ragazzi sono prima entrati nelle «periferie esistenziali» del nostro tempo, come ha chiesto papa Francesco, e poi hanno riversato tutta la loro gioia e freschezza nella festa al Palasport, tra canti e preghiere, insieme al loro arcivescovo, che ha anche accettato di farsi fotografare con l’autoscatto dei cellulari. «Beati i poveri», ha detto mons. Nosiglia, «dobbiamo prenderci cura di loro, essere sensibili alle loro necessità spirituali e materiali. A voi giovani affido il compito di rimettere al centro la parola solidarietà». E solidarietà, a Torino, significa Piccola casa della divina provvidenza - Cottolengo (che accoglie e cura con amore i più indifesi, i disabili anche molto gravi), Sermig (che nel suo Arsenale della pace, sempre aperto, offre un tetto e una casa agli immigrati), Bartolomeo&C (che garantisce un posto letto ai senza fissa dimora), ma anche Asai (che organizza laboratori e attività di sostegno ai compiti nel pomeriggio per i ragazzi), Oratorio San Luigi nel cuore del quartiere multietnico di San Salvario e l’Eremo del silenzio (per scoprire il volto di Dio).

Come i giovani della Gmg sono partiti dalle periferie esistenziali per scoprire nel volto dei poveri la gioia dell’annuncio del Vangelo («La povertà evangelica è la condizione fondamentale affinchè il Regno di Dio si diffonda»), così la Sindone, «icona del sabato santo», è testimonianza del Cristo morto, ma soprattutto segno di Resurrezione. Cioè, l’amore più grande.

Cristina MAURO



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