La Sindone e i giovani

Quando il custode della Sindone, mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ha annunciato l’Ostensione straordinaria del 2015, in concomitanza con il bicentenario della nascita di don Bosco, aveva detto a «il nostro tempo» che sarebbe stata «all’insegna dei giovani». E infatti, giovedì 27 febbraio, a margine dell’annuncio di don Marco Arnolfo vescovo di Vercelli, ha raccontato ai giornalisti che per «l’arrivo del Papa sarà organizzata come minimo una grande veglia con i ragazzi, migliaia e migliaia di giovani». Adesso, mentre andiamo in stampa, arriva la notizia che il 5 marzo, Mercoledì delle ceneri, mons. Nosiglia comunicherà con un tweet dall’indirizzo @sindone2015 il motto dell’Ostensione, che si terrà dal 19 aprile al 24 giugno del prossimo anno.

Una modalità di comunicazione, si legge in un comunicato della diocesi, «che rientra nella scelta dell’arcivescovo e del Comitato organizzatore di caratterizzare l’evento con un’attenzione particolare ai giovani, anche trasmettendo i messaggi attraverso i social media più seguiti». Da qui l’invito: «Tutti gli interessati possono collegarsi fin d’ora (da martedì 4 marzo, ndr) all’indirizzo @sindone2015 per ricevere il messaggio ed eventualmente rilanciarlo» (il collegamento è disponibile anche dal sito ufficiale della Sindone, www.sindone.org). L’evento si annuncia non solo all’insegna dei giovani, ma anche dei social network.

L’Ostensione, che porterà papa Francesco a Torino, in una data ancora da definirsi («Il calendario dei viaggi del 2015 non è pronto»), sarà più lunga rispetto alle altre esposizioni del Telo: si aprirà domenica 19 aprile e si chiuderà mercoledì 24 giugno, festa di san Giovanni Battista patrono della città e onomastico di don Bosco. In tutto 67 giorni, che comprenderanno anche le vacanze scolastiche per agevolare i ragazzi. «Ma li aspettiamo anche nei week end, nei ponti che ci saranno in primavera», ha detto padre Cesare, come ama farsi chiamare dai più giovani, e sarà allestito un sistema di accoglienza «speciale». La diocesi sta già pensando a «canali privilegiati» per l’accoglienza e i pernottamenti. E per la visita del Papa si ragiona su una «grande veglia». Il pensiero corre veloce alle ultime Gmg, con tutta l’energia, la freschezza e la voglia di vivere che solo i giovani sanno trasmettere. Migliaia di ragazzi e ragazze in visita ai luoghi che hanno visto crescere don Bosco, il santo dei giovani, da Valdocco al Colle, passando per Chieri, sulla collina di Torino, per conoscere la sua vita e la sua opera, ma anche alla scoperta della città dei santi sociali e della Sindone in Cattedrale.

Le date sono state approvate la settimana scorsa dal Consiglio esecutivo che coordina i lavori di preparazione, presieduto dal vicesindaco Elide Tisi. Vicepresidente don Roberto Gottardo, responsabile della Commissione diocesana per la Sindone. La diocesi è rappresentata anche da don Marco Brunetti, direttore dell’Ufficio pastorale della Salute. Don Enrico Lupano è il referente per i Salesiani. Nel Consiglio fanno parte anche Regione, Provincia, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Crt, il ministero dei Beni culturali. «Con un periodo più lungo rispetto all’Ostensione del 2010», ha spiegato don Gottardo, «si è voluto mettere a disposizione l’arco temporale più ampio possibile sia per la visita del Papa, sia per il pellegrinaggio alla Sindone dei giovani che parteciperanno alle varie celebrazioni del Giubileo salesiano». Come è noto papa Francesco, invitato da mons. Nosiglia e dal rettore dei salesiani Chávez, ha assicurato la sua presenza a Torino per venerare il Sacro lino e onorare la memoria di don Bosco nel bicentenario della nascita.

Abbiamo ancora negli occhi le immagini dell’Ostensione televisiva del 30 marzo 2013, Sabato santo, in cattedrale. Il Custode della Sindone offriva al mondo intero l’opportunità di contemplare il Telo. L’emozione era altissima: mons. Nosiglia scendeva dalla parte destra del presbitero e si portava davanti alla Sindone per un breve momento di venerazione. Quando all’improvviso si aprivano le tende, l’atmosfera era di attesa. Quindi è stata la volta delle porte scorrevoli, in vetro. Ed ecco finalmente la Sindone: 4 metri di lunghezza per poco più di un metro di larghezza, stesa in orizzontale, sopra la teca, con impressi il volto e le ferite di un uomo crocifisso. Mons. Nosiglia e il mondo intero pregavano in silenzio. Poco più di un minuto. Ma un minuto che raccoglieva tutta la storia di Gesù, figlio di Dio, fatto uomo, per salvare gli uomini. Ricordiamo la preghiera dell’arcivescovo: «Signore Gesù, noi ti rendiamo grazie perché hai preso su di te i dolori di ogni tempo e di ogni uomo. Il tuo volto, le tue mani e i tuoi piedi, il tuo costato e tutto il tuo corpo sono per noi fonte di speranza, perché l’amore è penetrato nel buio estremo del male e del dolore. Donaci la luce della fede, donaci la forza dell’amore, concedici di ascoltare la tua voce che ci chiama a testimoniare nel mondo la vittoria sul peccato e sulla morte».

Tutte le Ostensioni, ha ricordato durante la conferenza stampa l’arcivescovo, hanno sempre una chiara natura ecclesiale. Quella del 2010, la prima del Terzo millennio, che portò sotto la Mole oltre 2,5 milioni di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, fu dedicata al mistero della Passione di Gesù e regalò quell’immagine stupenda della Sindone, «icona del Sabato santo», usata da Benedetto XVI. L’Ostensione in mondovisione del 2013 era dedicata in particolare ai sofferenti, agli anziani, agli ultimi. La decisione di lanciare il motto dell’Ostensione 2015 in occasione del Mercoledì delle ceneri, una data importante nell’anno liturgico, la Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua, indica che il cammino di preparazione comincia con un richiamo forte alla preghiera e alla penitenza. Due passaggi essenziali per introdurre al clima di riflessione in cui il pellegrinaggio della Sindone si è sempre svolto. Perché l’Ostensione, ricordiamolo, è prima di tutto un evento «spirituale e religioso», che si svolge nella massima «sobrietà ed essenzialità», per ricordare all’uomo la Passione di Cristo, ma anche la sua Resurrezione. I giovani che verranno in pellegrinaggio a Torino per pregare davanti alla Sindone scopriranno il fascino di quel Volto, che interroga per il suo carico di dolore, ma nello stesso tempo apre il cuore alla speranza.

Cristina MAURO



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