Un gran ritorno per don Bosco

Dopo aver fatto il giro del mondo nei 130 paesi dei cinque continenti in cui sono presenti i Salesiani, l'urna con le reliquie di don Bosco torna in Piemonte, la terra che gli ha dato i natali. Il tour mondiale «Don Bosco è qui», voluto nel 2009 dal superiore generale dei salesiani, don Pascaul Chavez, come fase di preparazione al bicentenario della nascita del «santo dei giovani» (che sarà celebrato nel 2015) torna dunque nei luoghi dove tutto è cominciato.

Sono passati 150 anni dalla nascita della Congregazione salesiana, ma l’immagine di don Bosco che va a cercare i suoi ragazzi è sempre viva. E non solo nelle voci degli studenti delle scuole che ogni anno intonano la canzone «Don Bosco ritorna…» (che è diventato un musical di successo), ma anche nei ricordi di tanti, religiosi e laici, che conoscono e apprezzano il suo metodo educativo, il famoso «Sistema preventivo»: «State con i ragazzi, prevenite il peccato con ragione, religione e amorevolezza. I giovani si accorgono se li amate», amava ripetere don Bosco.

«Lui andava quasi ogni giorno a visitarli in mezzo ai lavori, nelle botteghe e nelle fabbriche, e quivi rivolgeva una parola ad uno, una domanda ad un altro, dava un segno di benevolenza a questo, faceva un regalo a quello, e tutti lasciava con una gioia indicibile. “Finalmente abbiamo chi si prende cura di noi!”, esclamavano quei poveri giovanetti» (Mb II, 94). E la storia per fortuna si ripete. Come per la storia di salvezza. E si ripete lo stesso metodo. Lui viene a noi e non noi da Lui. Così ha imparato don Bosco. Era lui che si scomodava, usciva per le strade raggiungendo i posti di lavoro, i luoghi d’incontro, le case dei ragazzi e diventava un’esperienza che rinnovava il cuore.

Così ancora oggi don Bosco viene “a trovarci” nelle nostre città, in alcune cattedrali e chiese principali, in alcune case salesiane sparse su tutto il territorio nazionale. E lo fa con il suo stile, che intere generazioni di giovani hanno imparato ad amare: viene e sarà lui a prepararci al suo compleanno. «Ci preparerà insegnandoci di nuovo l’identità salesiana: la passione per Dio che lo ha portato ad essere appassionato dei giovani, dei ragazzi, dei più poveri. Verrà, e come ha fatto per le strade di Torino, per le strade d’Italia sino al 1888, ci chiamerà ad uscire dalle nostre case, dalle nostre piccole misure, dalle nostre sicurezze per entrare come protagonisti nel grande e inesauribile sogno di Dio». Un sogno che non lascia tranquilli i santi, che li accende, che li rende presenti ovunque: che tutti siano salvi, o come diceva lui, «felici nel tempo e nell’eternità».

«In ogni parte del mondo il pellegrinaggio dell’urna è stato accolto con entusiasmo e meraviglia», ha detto don Luca Barone, responsabile organizzativo dell’evento per il Piemonte e la Valle d’Aosta. «Ogni cultura ha espresso la propria fede e l’affetto a don Bosco nei suoi tratti tipici. In Africa, per esempio, le cattedrali non riuscivano a contenere tutta la gente e si è dovuto optare per gli stadi. Credo che l’Europa senta ancora di più l’esigenza di tornare a modelli di vita cristiana e di umanesimo integrale che vede in don Bosco un testimone autentico e un segno di speranza». In Piemonte la prima diocesi ad accogliere l’urna con la statua di don Bosco (che replica le sembianze del santo che riposa nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino) e la reliquia della mano destra, «quella con cui benediva, assolveva e indicava la strada», è stata la settimana scorsa la diocesi di Novara. Molte infatti le visite di don Bosco nel novarese, ricordano i salesiani, alcune delle quali dovute ai contatti coi padri rosminiani.

Poi via via la reliquia del santo attraverserà tutte le 17 diocesi del Piemonte. Dal 21 al 31 gennaio sarà a Torino per dare l’avvio delle celebrazioni del giubileo, che culmineranno nel giorno della nascita il 16 agosto 2015. Spiega don Luca Barone: «Si tratta di un ritorno atteso e desiderato, come si fa per un amico importante, anche grazie al lavoro educativo e pastorale dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che da anni si spendono con passione a fianco delle giovani generazioni». L’entusiasmo dei giovani, ha detto don Gianni Colombo, «fa cogliere la fame che la gente ha di modelli di vita positivi, in particolare per quanto riguarda i ragazzi. Sono loro infatti i più esposti alla delusione, alla noia, alla difficoltà di vivere, come dice papa Francesco, a guardare dal balcone, invece di buttarsi nella mischia come ha fatto don Bosco».

Ogni diocesi vivrà momenti di celebrazione popolare, altri dedicati al clero e ai giovani: prima di tutto la gente che sente don Bosco «uno di loro», che cammina con loro; poi sacerdoti e religiosi, perché in don Bosco trovino un segno di unità, non solo un santo patrono ma anche un modello di sacerdozio e di vita religiosa per questo millennio. Nella notte tra Natale e Santo Stefano l’urna sarà a Mornese, paese d’origine di Maria Mazzarello, cofondatrice dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice; la sera del 31 dicembre la reliquia attenderà l’arrivo dell’anno nella cattedrale di Alessandria, mentre per l’Epifania si troverà ad Asti. Il 24 gennaio, festa di san Francesco di Sales, la reliquia andrà a Chieri, dove don Bosco studiò dal 1835 al 1841. Nei due giorni successivi si assisterà invece ad un ritorno ai luoghi in cui il santo è nato e cresciuto: alla frazione Becchi di Castelnuovo per una solenne eucaristia nella Basilica a lui intitolata, e al paese di Mamma Margherita, Capriglio.

A Torino, tra le tante iniziative organizzate anche in collaborazione con la diocesi, l’urna di don Bosco incontrerà i piccoli ricoverati all’ospedale Regina Margherita e le pazienti dell’ospedale Ostetrico e ginecologico Sant’Anna (29 gennaio, ore 15). La sera del 30 gennaio si terrà una fiaccolata con partenza dalla Cattedrale alle 20.45, fino a raggiungere la Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, a ricordo dell’antica processione che dal 10 giugno del 1929 vide la città invasa dai pellegrini ad accompagnare la salma del santo dalla casa di Valsalice a quella di Valdocco, dove da allora riposa. L’urna andrà poi in Lombardia ed Emilia Romagna. A marzo sarà in Lituania. Ultimo bagno di folla per l’urna di don Bosco, poi per la grande famiglia salesiana inizierà il cammino del Giubileo, che coinvolgerà migliaia di giovani. E allora si potrà davvero dire: don Bosco è qui.

Cristina Mauro



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