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La Sindone al mondo di nuovoUn’Ostensione «straordinaria», nel bicentenario della nascita di don Bosco, con l’attesa (e la speranza) della visita di papa Francesco. Lo ha annunciato mercoledì 4 dicembre il vescovo di Torino e custode della Sindone, mons. Cesare Nosiglia, «con gioia e trepidazione», per un evento prima di tutto «spirituale e religioso», che si svolgerà all’insegna della massima «sobrietà ed essenzialità». Un evento atteso dai fedeli di tutto il mondo, centinaia di migliaia di pellegrini che stupiti e commossi potranno alzare ancora una volta lo sguardo verso quel Sacro lino, «icona del Sabato santo», secondo l’immagine stupenda di Benedetto XVI (che regalò a Torino un gioiello di dottrina sul mistero della morte e risurrezione), con il volto dell’Uomo della Sindone che continua a interrogare con i suoi silenzi e a offrire un cammino di riflessione alla scoperta del mistero della Passione di Gesù, così come è raccontata nei Vangeli. L’Ostensione si terrà nella primavera-estate del 2015, in un periodo ancora da stabilire, e comunque di circa 45 giorni, compreso tra il tempo pasquale (metà aprile) e la chiusura del Giubileo salesiano (agosto). Un anno e mezzo di intenso lavoro per gli organismi di indirizzo e di gestione che andranno a costituirsi già nelle prossime settimane. Settimane concitate. L’inevitabile, contagiosa agitazione che accompagna ogni grande evento aggiunta alla consapevolezza di partecipare a un grande lavoro di squadra erano percepibili già mercoledì scorso durante la conferenza stampa nel palazzo del Seminario, a due passi dal Duomo, dove il Telo è custodito. Come ha sottolineato lo stesso vescovo, ricordando che «dovremo essere capaci di lavorare insieme, intorno a un progetto concreto che anche sul piano delle risorse offra un esempio di quella povertà a cui sempre ci richiama papa Francesco». E papa Francesco, molto atteso, alla fine arriverà. «La diocesi lo ha invitato», ha detto mons. Nosiglia, rispondendo alle domande dei giornalisti, e nella lettera della Segreteria di Stato inviata per confermare l’Ostensione si dice che il Papa ha espresso il desiderio di essere presente. «Il Pontefice ha espresso la volontà di venire a pregare davanti al Sacro telo e di onorare san Giovanni Bosco, padre e maestro dei giovani, suggellando un anno straordinario. Ma una data per ora non c’è. Lasciamo decidere al lui…». Le celebrazioni del Giubileo salesiano per il secondo centenario della nascita del santo si apriranno infatti il 16 agosto 2014 e si concluderanno il 16 agosto 2015, giorno della nascita di don Bosco. Una ricorrenza che per Torino significa moltissimo, perchè sono qui le radici della santità e della storia dei figli di don Bosco. E perchè qui i salesiani e la salesiane offrono un servizio prezioso, dall’educazione all’animazione delle comunità parrocchiali, dall’editoria al mondo dei mass media. Si tratta di un’Ostensione davvero straordinaria, ravvicinata all’ultima del 2010 che ha portato sotto la Mole oltre 2,5 milioni di pellegrini, mostrando la Sindone dopo il grande restauro del 2002 che ha restituito al Telo le sue caratteristiche originali: libero dalle toppe cucite dalle clarisse di Chambery dopo il terribile incendio del dicembre 1532. E cioè l’immagine silenziosa, ma eloquente di un uomo crocifisso, che presenta in modo impressionante i segni delle violenze subite dal corpo di Gesù: i numerosi colpi di flagello, le ferite nelle mani e nei piedi, e il petto squarciato dal colpo di lancia di un soldato. Tutti elementi legati alla Passione del Figlio di Dio. Ma la Sindone, lenzuolo della morte, è anche un segno di speranza e di salvezza. «La Sindone», ha ricordato il vescovo di Torino, «ci conduce nel buio del sepolcro di Cristo, ma lascia anche intravedere la luce della risurrezione. Mostra le ferite profonde della Passione e morte in croce di Gesù, ma annuncia anche la vittoria della grazia sul peccato, del perdono sulla violenza, della fiducia di Dio sulla disperazione. Il mistero più oscuro della fede che il Sabato santo ci ricorda, è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che va oltre la morte». L’Ostensione ha una chiara natura ecclesiale, ha ricordato il vescovo. Ma è anche una occasione per promuovere i grandi valori dell’accoglienza, del rispetto e della solidarietà. E così Torino, città dei santi sociali, si prepara di nuovo al grande evento. Alla conferenza stampa di fronte al vescovo e al presidente della Commissione diocesana per la Sindone don Roberto Gottardo, c’erano anche il sindaco Piero Fassino (con il vicesindaco Elide Tisi) e il presidente della Regione Roberto Cota (assente il presidente della Provincia Saitta per motivi istituzionali) che hanno espresso «soddisfazione e orgoglio per la città» e assicurato che faranno ciascuno la «propria parte» per presentare una Torino sempre più accogliente, come ha chiesto l’arcivescovo. A cominciare dai volontari, quattro mila nell’ultima Ostensione, gilet viola e sorrisi aperti, pronti all’accoglienza. «Vera ricchezza dell’Ostensione», ha detto il vescovo. Li ricordiamo tutti, di fronte al Duomo, ma anche nei punti strategici della città e poi lungo il percorso di visita, in prima fila a dare indicazioni e aiuto, sempre con un sorriso e una parola gentile. I pellegrini che cinque anni fa sono sbarcati a Torino da ogni parte del mondo hanno salutato i volontari come il volto amico e accogliente della città. E poi i giovani, come ha precisato mons. Nosiglia a «il nostro tempo» con la gioia negli occhi, come sempre, d’altronde, quando parla dei suoi ragazzi: «Don Bosco è il santo dei giovani. E l’Ostensione non potrà non avere dei momenti pensati apposta per loro. Ci saranno certamente occasioni di incontro e di scambio reciproco. L’auspicio è che ci sia una grande voglia di partecipare». Saranno certamente tante le iniziative che accompagneranno l’Ostensione. Intanto per quanti vogliono arrivare “preparati” di fronte all’Uomo del dolore, segnaliamo il primo ciclo di studi dedicato alla Sindone e organizzato da febbraio a maggio dall’Istituto superiore di scienze religiose (Issr) di Torino, in collaborazione con la Commissione diocesana per la Sindone e il Centro internazionale di sindonologia. Titolo: «La Sindone: storia, scienza e teologia». Dodici lezioni aperte a tutti (e rivolte in particolare agli studenti Issr, della Facoltà teologica, insegnanti di religione, operatori pastorali), il mercoledì pomeriggio, dalle 17.30 alle 19, nel palazzo del Seminario arcivescovile, in via XX Settembre 83, per scoprire tutto, ma proprio tutto, su quel lino che avrebbe avvolto il corpo di Gesù. Si partirà mercoledì 5 febbraio con una lettura analitica del Telo e della sua immagine, si proseguirà con lo studio della storia e delle ricerche scientifiche, per approdare alle grandi problematiche teologiche (incarnazione, cammino dalla morte alla risurrezione, l’opera di salvezza di Gesù) e alla cosiddetta «pastorale sindonica». Insomma un corso di assoluto rigore accademico, ma capace di avvicinare un pubblico anche molto ampio. Perché l’Ostensione, non dimentichiamolo, è soprattutto un fatto di fede. Che testimonia la ricerca di Dio, la nostalgia di Infinito, il bisogno di comunità in un momento di smarrimento e di crisi profonda. I milioni di pellegrini che hanno sfilato in silenzio davanti all’immagine della Sindone con il cuore pieno di angosce e di dubbi uscivano dal Duomo come rassicurati, fiduciosi, sereni. Perché sostare davanti a una sofferenza più grande della propria, come quella testimoniata dal Sacro lino, dà conforto e speranza. L’Ostensione straordinaria del 2015 sarà allora l’Ostensione della speranza e della fede. Cristina MAURO
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