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Un "cambiamento epocale" che richiede molto coraggioCari fedeli della Diocesi di Torino e cari cittadini, sono lieto di rivolgervi l’invito ad accogliere un evento particolarmente significativo e importante che si svolgerà a Torino dal 12 al 15 settembre prossimi. Si tratta della Settimana Sociale dei Cattolici italiani: da ogni regione vengono a «trovarci» vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e laici impegnati nei diversi ambiti della vita della Chiesa e della società. Per Torino questo è un gradito ritorno: la Settimana si celebrò qui già nel 1924, nel 1952 e nel 1993. Il tema della Settimana è: «La famiglia, speranza e futuro per la società italiana». Ne discuteranno i convegnisti, ma è evidente che riguarda tutti noi, e richiede la nostra attenzione. Il titolo è certamente provocatorio, se pensiamo alle gravi difficoltà e fragilità che oggi tante famiglie devono affrontare anche qui nella nostra terra, segnata da una crisi economica e sociale lunga e difficile di cui constatiamo gli effetti economici e sociali, ma che però sentiamo avere le sue radici in campo etico e spirituale. Non siamo di fronte ad una crisi passeggera ma ad un vero e proprio cambiamento epocale di cui ancora dobbiamo prendere coscienza in tutte le sue sfaccettature, e che già ci ha portato a cambiare il nostro stile di vita. Per queste ragioni scommettere sulla famiglia oggi richiede un atto di coraggio, e di speranza. È vero: sappiamo che c’è il rischio di dire «famiglia» come uno slogan, una parola d’ordine, e che poi non si riesca a cambiare nulla. Ma è un rischio che dobbiamo e vogliamo correre: perché il cambiamento ci provoca comunque e abbiamo bisogno di comprendere e vivere pienamente i «segni dei tempi», per servire il bene comune. La Settimana Sociale è un laboratorio per riflettere e condividere idee ed esperienze intorno a questi temi. Ma è anche un’occasione di dialogo e di incontro fra i delegati di tutta la Chiesa italiana e la nostra città, il nostro territorio torinese. È da un contesto di dialogo, di confronto, di rispetto che possono nascere proposte e impegni nuovi. Tutti abbiamo esperienze, magari non sempre positive, di famiglia. E rischiamo di dare per scontato il significato, il valore profondo e centrale che la famiglia possiede come primo e indispensabile luogo educativo per eccellenza dove si costruiscono persone capaci di autentiche relazioni, e rifugio sicuro nei momenti di crisi e di sofferenza. Delle diverse realtà sociali deputate a dare speranza la famiglia resta quella più vicina, coinvolgente, disinteressata, responsabile e fraterna su cui possiamo e dobbiamo contare. È nella famiglia che si può concretamente sperimentare, pur in mezzo a tante difficoltà e prove, l’amore. Oggi più che mai abbiamo bisogno di relazioni gratuite, di gesti e momenti non fondati esclusivamente sul denaro e l’interesse, ma che rispondano a motivi più alti. Ne abbiamo bisogno come persone singole ma anche - sempre - come comunità e come società perché senza amore, senza dono libero, gratuito, e fraterno non andiamo da nessuna parte.
Le gravi difficoltà in cui ci troviamo e che riguardano beni o esigenze fondamentali come il lavoro, la casa, l’educazione delle nuove generazioni, una fiscalità eccessiva, un ambiente di vita sempre meno umano e fraterno, chiedono alla famiglia uno sforzo supplementare per essere, anche sotto il profilo economico e sociale, spazio di compensazione e di solidale sollievo. È dunque davvero venuto il momento di costruire una politica che riconosca la centralità della famiglia e dia risposte appropriate alle sue necessità sostenendo in particolare quelle più numerose.
Ci sono tanti segnali positivi che vedono protagoniste famiglie semplici o povere ma ricche di umanità, di solidarietà, di impegno fecondo sia per se stesse che per gli altri. Anche la sperimentazione di nuovi modelli di welfare, basati su una solidarietà rinnovata, è in grado di mettere in sinergia le diverse componenti economiche e sociali, private e pubbliche. La Settimana Sociale è l’opportunità per conoscere e confrontare queste idee e queste realtà.
Per questo vi chiedo di partecipare all’evento nei modi e forme che potrete, a partire dalla vostra preghiera, rendendovi consapevoli, attraverso la stampa e i mass media, dei lavori che si svolgeranno; e infine prendendo parte, il pomeriggio e la sera di sabato 14 settembre, alla grande Festa delle famiglie in piazza Castello. Dobbiamo far sentire forte la nostra voce per confermare che crediamo nel futuro del nostro Paese di cui la famiglia è la cellula vitale e feconda, che ne alimenta la speranza affidabile e sicura, come ricorda anche la Costituzione della Repubblica. Ci aiutino i nostri Santi sociali che hanno saputo unire insieme fede e vita, giustizia e carità, e che sono anche oggi per tutti noi un modello luminoso a cui guardare con speranza.
Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino
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