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Ildegarda di Bingen, misticismo e santitàIldegarda di Bingen è una mistica tedesca nata il 16 settembre del 1098, morta il 17 settembre 1179 e fatta santa da Benedetto XVI il 7 ottobre 2012. Sono dovuti passare più di otto secoli prima che la Chiesa riconoscesse le molteplici virtù di questa donna, che fu femminista ante litteram. La biografia, pur succinta rispetto alla vastità di quanto seppe fare la badessa renana, elenca i campi in cui brillò: scrittrice, musicista, cosmologa, artista, drammaturga, guaritrice, linguista, filosofa, poetessa, consigliera politica, perfino profetessa e compositrice. E ancora: ottima organizzatrice e abile amministratrice, con una personalità trascinante. Possedeva un carisma tale che dava del «tu» a papi e imperatori quali Eugenio III e Federico Barbarossa. Il Pontefice, sicuramente illuminato, la esortò a trascrivere e rendere noto pubblicamente tutto ciò che sentiva e viveva nelle sue visioni mistiche. Lei non se lo fece ripetere e predicò in pubblico, sfidando sia il potere ecclesiastico che politico. Una badessa, dunque, che sapeva il fatto suo, ma anche una donna provvista di una sensibilità e di una carnalità uniche. Invece che richiamare alle mortificazioni, invitava le sue consorelle a vestire eleganti e addirittura ad adornarsi di gioielli, per sottolineare il clima della festa, da vivere con gioia. Resta vivissima l'attualità di questa solida finalizzatrice di Dio, che possedeva una rara capacità di parlare ai vicini e ai lontani. Mentre si occupava del corpo, della salute e di come guarire le malattie, soprattutto con rimedi naturali, si definiva con soffusa poesia «una piuma abbandonata della fiducia di Dio». Questa creatura, abitata dal mistero e dotata di una natura esuberante, ha esercitato e continua a emanare un fascino eccezionale, arrivando ad accendere l'interesse nientemeno che di un talento musicale contemporaneo come Guy Sigsworth, compositore, clavicembalista e produttore discografico, che ha nella sua costellazione artisti di notorietà inetrnazionale come Madonna, Britney Spears, Alains Morrisette. Ora Guy, folgorato sulla via di Bingen, ha portato nelle hit parade, con l’album «Hildegard», una mistica di mille anni fa. E l’attrice Pamela Villoresi è stata recentemente protagonista di «Symphonia Virginum»: un’ora e mezza di parole e musiche di Ildegarda. L’abbiamo intervistata. Pamela Villoresi, che effetto le ha fatto calarsi nei panni di Ildegarda di Bingen, tornare indietro di un millennio e rivolgersi all’uomo della modernità? Sono mondi distanti quasi dieci secoli… Per me è stata un’emozione a prima vista e che si rinnova ogni volta che ripercorro le parole di questa donna così straordinaria, che è anche stata proclamata santa. Vi si coglie un afflato totale, puro e virginale e fortemente intellettuale. La storia ci presenta molte altre mistiche con una spiccata e trascinante personalità. Quello che colpisce in Ildegarda, però, è la chiarezza del pensiero, così lungimirante, così moderno, come quando lei ha le visioni delle nuvole, dei venti che soffiano flatulenze per colpa della poca intelligenza degli uomini e degli sfregi che facciamo alla natura. Altrettanto anticipatrice è quando parla dell’uso delle piante e dell’armonia fra i quattro elementi, terra, aria, acqua, fuoco, sostenendo che nel nostro corpo c’è già la cura, che la salute è frutto di un equilibrio fra il sonno e l’attività, fra il lavoro e la meditazione. Questa donna, insomma, ci ha insegnato che nell’intelletto e nello spirito risiedono le possibilità della guarigione, la quale è un fatto globale. Fu sostenitrice e costruttrice di un credere gioioso e non solo di privazioni e contrizioni… Partiva dai salmi ed esortava: «Lodate Dio con le corde, con il salterio, le danze e il corno». Gli artisti attraverso il suono dei vari strumenti hanno aperto varchi con i quali esprimere i tanti moti dell’anima, dubbi, perplessità. C’è un canto meraviglioso, per me uno dei più belli, in cui Ildegarda confessa le difficoltà di resistere alla tentazione, al morso della mela, essendo gli esseri umani fatti di carne. Lei invoca l’aiuto e lo fa con sincerità rara, con un magma di sensazioni che ci rendono attuale e incredibilmente vicina e illuminata questa donna. Per molti aspetti è come se parlasse all’uomo d’oggi… Sì. Ildegarda ci racconta con coraggio di come il demonio cerca di vendicarsi corrompendo nell’anima la Chiesa, attraverso i suoi ministri che, lo ha detto Benedetto XVI al momento di ritirarsi, «ne deturpano il volto». La Chiesa deve essere un ministero di fede, madre e sorella. C’è voluto molto tempo per scoprirla e per coglierne le moltissime intuizioni. Ildegarda, che morì nel 1179, è stata fatta santa da Benedetto XVI solo nel 2012… In Italia è poco conosciuta e anche per me, lo confesso, è stata una scoperta. Mia mamma, sapendo di questo lavoro su Ildegarda, mi ha ricordato che la nonna si ispirava molto nell’alimentazione a Ildegarda, ai suoi consigli, rimedi e ricette: per ritrovare la salute, per recuperare energia. Quanto farro le era toccato mangiare per via di Ildegarda... La quale insegnava, per esempio, che il castagno ha una grande forza, mescolata al calore e caratterizza addirittura la saggezza: ciò che c’è in esso e anche i suoi frutti sono utili contro ogni debolezza presente nell’uomo. Ildegarda sosteneva, e lo ha scritto, che «a chi si farà un bastone dal legno del castagno e lo porterà poi in mano fino a che la sua mano si scaldi, verranno rinforzate da questo calore tutte le vene e le forze del corpo. E se aspirerà spesso il profumo di quel legno, la sua testa ne trarrà beneficio e salute». L’uomo, era la sua tesi di fondo, deve mangiare gli alimenti che gli sono graditi per compensare con questa energia l’indebolimento causato dalla tristezza. E ogni tanto è utile anche il digiuno, oggi finalmente rivalutato a tutti i livelli, per eliminare scorie e tossine, per depurare l’organismo. I consigli non si limitavano per altro solo al benessere fisico, ma si estendevano alla bellezza e alla stessa gioia, alla serenità. Sì, Ildegarda è una miniera di continue, sconcertanti sorprese. Altra particolarità di rilievo: Ildegarda predicava in pubblico. Ve l’immaginate nel 1100, quando era addirittura proibito, questa donna che se ne va in giro per piazze di città e paesi a portare la sua parola profetica? Aveva una determinazione da vendere, forza di volontà e capacità di applicazione. Giuseppe Zois
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