Le non ragioni per le nozze gay

Ricordiamo la visione biblica. Un gigante armato e poderoso che crolla per un sassolino che scende dalla montagna e lo colpisce sul piede di argilla, l’unico punto debole. I giudici della Corte suprema di Washington hanno scoperto il piede d’argilla di questa errata convinzione che si è protratta per secoli, per millenni, per epoche, insomma per tutta la storia dell’umanità, e che è stata confermata anche dalla Costituzione americana.

Hanno scoperto che il matrimonio non è solo tra uomo e donna. Il grande inganno è stato smascherato, anche se per un solo voto, perché in realtà non sono stati tutti i giudici della Corte suprema, ma solo cinque contro quattro. Un pezzo della storia dell’umanità è stato eliminato da un solo voto. Restiamo attoniti. Ma in democrazia quello che conta sono i numeri, e un solo voto può essere il sassolino che va contro una evidenza che proprio in quanto tale sembrava inattaccabile. Il quinto giudice ha detto chiaramente che l’umanità era nell’errore e con il suo voto l’ha riportata alla verità. E’ gente che sa il fatto suo. Ma anche i quattro che hanno votato contro sapevano il fatto loro. Erano giudici al pari degli altri cinque. E per un solo voto dobbiamo recitare il mea culpa e dire che l’umanità fino al momento in cui i cinque hanno denunciato l’inganno universale si era clamorosamente sbagliata. Giustizia è fatta.

Però ora si apre un caso nuovo: quelli che continuano ad affermare che il matrimonio è solo tra uomo e donna sono diventati per legge minoranza. Chi porterà avanti le loro ragioni e le loro convinzioni? La marea di un voto li ha travolti tutti. Restano orfani senza una legge che li difenda. Speriamo che sorga qualche paladino che prenda le loro parti e che si abbia per essi lo stesso atteggiamento che c’è stato per gli omosessuali.

I numeri e le ragioni

Però la conclusione non è così pacifica. Se per Barack Obama con questa doppia sentenza la Corte suprema ha raddrizzato un torto e tutto il Paese ne esce vincitore, per Timothy Dolan, presidente della Commissione episcopale statunitense, la Corte suprema ha commesso una profonda ingiustizia contro il popolo americano: ha sbagliato. Due giudizi nettamente contrari. Chi ha ragione?

La domanda è legittima, perché in democrazia, anche se prevalgono i numeri (si vince anche per un solo voto), continuano ad avere importanza le ragioni che si portano a sostegno delle proprie tesi. Non a quo dicitur, sed qui dicitur, si diceva nei tempi bui del Medioevo. Per questo noi restiamo curiosi di sapere quali sono le ragioni che hanno convinto i cinque giudici (ma non gli altri quattro) a stabilire per legge che il matrimonio non è solo tra uomo e donna, perché dobbiamo dire che le ragioni finora riportate non convincono se non quelli che sono aprioristicamente convinti. Per quale ragione si deve estendere il matrimonio anche alle coppie gay? La risposta è semplice: perché la legge che nega le nozze omosessuali priva le persone dei pari diritti di libertà garantiti dalla Costituzione.

E’ una ragione generica che viene poi sostenuta con motivazioni più particolari. Dicono alcuni: perché negare le nozze alle coppie omosessuali se vengono invece riconosciute alle coppie eterosessuali? Non sono forse coppie anche loro? Se hanno in comune la stessa parola «coppia» perché non dovrebbero avere in comune anche gli stessi diritti? A parte il fatto che questa non è una dimostrazione ma una domanda, appare evidente che non basta avere la stessa parola in comune per pretendere di avere anche gli stessi diritti. Per questo altri fanno osservare che le unioni omosessuali vengono dette «coppia», perché al pari delle unioni eterosessuali le persone si amano e si prendono cura l’uno dell’altro, esattamente come avviene per le coppie omosessuali.

Ma anche questa ragione non convince, perché un rapporto di amore si diversifica in base all’oggetto, per cui altro è amare i fiori, altro è amare gli animali, altro è amare una persona, altro è amare un fratello, un amico, una sorella, la propria madre, ecc. E’ sempre amore, ma non basta l’amore per giustificare le nozze. Non si può dire sbrigativamente: si amano e se si amano hanno diritto a sposarsi con tutti i diritti che ne conseguono, come avviene per le coppie eterosessuali. Non è vero che basta l’amore, perché se bastasse l’amore non si vede perché si dovrebbero proibire le nozze tra due fratelli, tra un fratello e la sorella, tra madre e figlio, nonno e nipote, e magari tra badante e assistito.

Non basta che due persone si vogliano bene e si prendano in carico per la vita per rivendicare il diritto alle nozze. E’ necessario qualche cos’altro. Una volta si diceva che in questo qualcos’altro c’era anche la diversità sessuale. Oggi dicono che non è più necessaria. Perché? I cinque giudici (contro quattro) hanno cercato di capire perché una volta questa condizione era ritenuta necessaria e oggi no? Cosa è cambiato perché si debba cambiare? Non basta che abbiano in comune il nome, non basta che abbiano in comune l’affetto. E’ necessario capire cosa c’è nella coppia eterosessuale che non c’è nella coppia omosessuale, e cosa manca alla coppia omosessuale per essere uguale alla coppia eterosessuale.

Le ragioni della coppia eterosessuale

Chi sostiene che il matrimonio c’è solo per le coppie eterosessuali dice che alla coppia omosessuale mancano due elementi, entrambi legati alla diversità. Nella coppia eterosessuali le due persone sono diverse, uno è un uomo e l’altra è una donna. E’ importante? Se l’affetto cambia in base all’oggetto, dobbiamo riconoscere che altro è l’affetto di un uomo per una donna e altro è l’affetto di un uomo per un altro uomo. La diversità tocca la dinamica dei rapporti interni e si estende agli effetti che produce nelle persone e nella società. Sono così importanti queste diversità? Se si pensa che la differenza sessuale consista solo nella differenza anatomica, allora la differenza non ha grande importanza: è solo una diversità biologica. Ma se per sessualità si intende un modo di essere e di vivere diversamente la stessa umanità allora le cose cambiano. Non c’è solo una differenza fisica, ma una differenza umana (fisica, psichica, spirituale).

Di conseguenza nel rapporto vengono coinvolte due tipi di umanità: l’umanità maschile e l’umanità femminile, pari in dignità, ma diversi nel modo di essere e di vivere la propria umanità; e in forza di questa diversità il rapporto cambia profondamente. Anche perché dentro questa diversità c’è un’altra differenza che supera la dimensione affettiva e si esprime nella dimensione creativa. Infatti solo la coppia uomo/donna uniti affettivamente in un rapporto che coinvolge totalmente le loro due vite sono il luogo della procreazione. La coppia omosessuale in quanto coppia è sterile, non ha la capacità di procreare; mentre la coppia uomo/donna porta in sé gli elementi e le condizioni per essere procreativa, ed essere così una ricchezza non solo per la coppia, ma per il figli e per la società di cui fanno parte e alla quale garantiscono la sopravvivenza, creando vite nuove e educandole attraverso la prima personalizzazione e la prima socializzazione.

Si dirà: ma oggi con la procreazione artificiale e l’adozione questo secondo gap viene superato. Non è vero, perché la coppia omosessuale continua ad essere sterile e solo per un apporto dall’esterno, che è tutto da discutere, può superare la sua strutturale sterilità. Come sarebbe ingiusto mettere sullo stesso piano le persone che hanno in proprio mezzi per vivere e quelle che invece devono elemosinare da altri il necessario per vivere, così non si possono mettere sullo stesso piano le coppie che hanno in proprio i mezzi per procreare e quelle invece che devono introdurre un terzo nella loro vita per poter avere e allevare dei figli.

Sono le riflessioni e le domande che continuiamo a rivolgere a quelli che vogliono il matrimonio per tutti, e non abbiamo mai avuto una risposta soddisfacente. Naturalmente per risposta non intendiamo gli insulti, le urla, le accuse di oscurantismo. A questo proposito vengono in mente le parole con le quali san Tommaso conclude il suo opuscolo «Contra retrahentes»: «Se qualcuno vuole contraddire quanto abbiamo scritto, non si perda in chiacchiere con i bambini (non coram pueris garriat), ma scriva, e proponga in pubblico i suoi scritti, perché le persone intelligenti possano giudicare cosa c’è di vero e in nome della verità possano confutare quanto c’è di errato».

Giordano Muraro o.p.



SIR | Avvenire.it | FISC

PRELUM Srl - P.I. 08056990016