Stanza protetta per la Sindone

Dopo il successo dell’Ostensione straordinaria televisiva voluta dal Custode della Sindone l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, arriva per il Sacro lino la cosiddetta clean room, cioè una stanza protetta dove sarà possibile ospitare i controlli per la sicurezza e la manutenzione della teca e dell’ambiente nel quale è conservato il Sacro telo.

L’accordo è stato presentato la settimana scorsa dallo stesso arcivescovo e dal direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici Mario Turetta. I giornali hanno parlato di una «casa di sicurezza», di una «sistemazione high-tech», di un «locale supertecnologico» per gli interventi di verifica e per le ricerche sulla reliquia, così come previsto dagli accordi presi dopo l’ultima Ostensione pubblica del 2010, che vide sfilare davanti in Duomo oltre 2 milioni di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Una notizia attesa, dunque. Strettamente collegata con l’abbattimento della cosiddetta «sacrestia nuova», l’edificio in legno costruito in vista delle ostensioni del 1998 e 2000, tra il Duomo e Palazzo Chiablese.

Obiettivo della clean room è la salvaguardia della Sindone, come ha spiegato mons. Nosiglia. «La decisione segue un preciso accordo sottoscritto autorevolmente dalla diocesi e dalla Sovrintendenza e confermato negli anni scorsi, in cui ci si impegnava a procedere alla rimozione della cosiddetta “sacrestia nuova” una volta completata l’Ostensione del 2010», ha spiegato l’arcivescovo di Torino, che ha ricordato l’unica condizione e cioè l’avvio dei lavori della cappella del Guarini, ora ripresi. «Il dialogo e la collaborazione con la Sovrintendenza» ha permesso di affrontare e risolvere il problema connesso alla demolizione della sacrestia nuova: quello cioè di garantire la possibilità alla Sindone di poter essere sottoposta a quegli interventi previsti per la sua conservazione ed eventuali fotografie o nuove ricerche.

L’allestimento della clean room conferma così l’interesse scientifico mai venuto meno intorno alla Sindone, ma anche l’attenzione pastorale della Chiesa. «Icona del sabato santo», secondo l’espressione di Benedetto XVI, «icona di un uomo flagellato e crocifisso, che parla al cuore di ogni uomo e di ogni donna ferita da una vita non rispettosa della loro dignità», secondo papa Francesco, la Sindone continua a parlare coi suoi silenzi del dolore e della sofferenza del mondo, ma anche della speranza perché l’amore di Dio è penetrato nel buio della morte. L’autentico paradosso cristiano sta proprio in questo: passare dal culmine della disperazione, Cristo sulla croce, al culmine della speranza, Cristo risorto. Da qui l’invito di papa Francesco nel videomessaggio letto durante l’Ostensione televisiva: «Lasciamoci raggiungere da questo sguardo che non cerca i nostri occhi, ma il nostro cuore».

Il nuovo locale high-tech sarà ricavato a Palazzo Reale, nei locali adiacenti alla cappella in cui attualmente è custodita la Sindone. Sarà di massima sicurezza, dotato delle più avanzate tecnologie per mantenere il Telo in condizioni ottimali e in ambiente climatizzato. Il progetto è firmato dagli architetti Maurizio e Chiara Momo; la realizzazione garantita da un finanziamento della Compagnia di San Paolo. Il locale che ospiterà la Sindone per le analisi del Lino sarà sobrio e permetterà di ospitare il Telo sindonico disteso, in un ambiente sicuro. «La soluzione trovata a Palazzo Reale», ha detto mons. Nosiglia, «risponde alle esigenze in modo più funzionale e positivo rispetto ad oggi: sarà possibile trasportare la Sindone con un tragitto lineare e attiguo all’attuale cappella della Sindone. La clean room sarà ad uso esclusivo della Sindone: si garantirà così la totale riservatezza e non visibilità dall’esterno». Altri eventuali servizi, cui la sacrestia rispondeva durante le ostensioni, potranno essere svolti usufruendo del salone sottostante la cappella del Guarini, una volta terminati i lavori di restauro.

Esce così di scena e sarà abbattuta la «sagrestia nuova», l’edificio in legno costruito nel 1997 in vista delle ostensioni del 1998 e 2000, tra il Duomo e Palazzo Chiablese. Progettata dagli architetti Gabetti, Isola e Momo a fianco della Cattedrale verrà smantellata entro fine anno per restituire piazza san Giovanni alla sua fisionomia originaria, così come richiesto dalla Sovrintendenza. Nella sagrestia nuova furono effettuati gli interventi che asportarono le toppe e riportarono il Telo alla struttura originale.

Cristina Mauro

 

 

 



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