In Francia il rischio di un "mercato di bambini"

Continua lo scontro sui matrimoni gay in Francia. Dopo la grande manifestazione di domenica 24 marzo a Parigi con oltre un milione di francesi in piazza contro al progetto di legge Taubira che legalizza matrimonio e adozione per le coppie omosessuali, la parola passa adesso ai giuristi di Diritto privato e pubblico, 170 in tutto, contrari alla legge sostenuta dal presidente della Repubblica Hollande perché comporterebbe «uno sconvolgimento del diritto, del matrimonio e soprattutto della genitorialità», provocando, ed è questo il punto che più preoccupa, una sorta di «mercato dei bambini».

La famiglia è nel mirino anche negli Stati Uniti. La legge che definisce il matrimonio come «l’unione fra uomo e donna» potrebbe infatti essere dichiarata incostituzionale. L’orientamento è emerso giovedì scorso durante il secondo giorno di audizioni sulle nozze omosessuali presso la Corte suprema statunitense. Cinque dei nove giudici, chiamati a rispondere dai legali di una coppia gay sulle tasse pagate per un’eredità, si sono mostrati «critici» sulla costituzionalità del Doma, il Defense of Marriage Acts, che protegge la famiglia tradizionale. La legge potrebbe infatti essere considerata «discriminatoria» per le coppie omosessuali. La norma approvata nel 1996 da Clinton e “ripudiata” da Obama se venisse abrogata avrebbe effetti a catena su molte altre leggi che regolano la famiglia negli Usa, con effetti imprevedibili. La sentenza è attesa per giugno.

Chiara e decisa è invece la lettera scritta dai giuristi e dagli intellettuali francesi ai senatori della Repubblica francese dove giovedì  4 aprile arriva il progetto di legge Taubira approvato ai primi di marzo in Assemblea nazionale dopo un dibattito fiume per l’esame di oltre 5mila emendamenti. Intanto il cartello (La Manif pour Tous) delle 39 associazioni che si battono per il ritiro della legge, tornano a ribadire alla stampa che contrariamente a quanto affermato dalla prefettura della polizia, a sfilare per les avenues della capitale parigina c’erano davvero un milione e 400mila persone. I manifestanti in piazza, dice il Forum francese delle Associazioni familiari, sono un chiaro segnale per il presidente Hollande che «con lucidità» deve prendere atto del fatto che «sono tanti i francesi che non vogliono il progetto di legge»; che «non lo ritengono una priorità per il Paese»; e che i francesi sono «preoccupati» delle conseguenze che il progetto di legge può avere «sul senso del matrimonio e sulla filiazione». Riportiamo alcuni stralci della lettera che i giuristi hanno inviato al Senato.
Non «genitori», ma «educatori» - Il progetto di legge Taubira, adottato in prima lettura dall’Assemblea Nazionale, implica «uno sconvolgimento profondo del Diritto, del matrimonio e, soprattutto, della genitorialità». Si apre con questa constatazione la lettera dei giuristi ai senatori della Repubblica che tengono a dare «ragione» della loro contrarietà prima che inizi in aula il dibattito sulla legge. «La filiazione», scrivono, «deriva dall’atto di nascita, che come il suo nome indica, dice a qualcuno che qualcuno è nato. Nel caso dell’adozione, la generazione del bambino è simbolica, ma la filiazione adottiva permette comunque al bambino di costruirsi in riferimento ad un padre e una madre, e pensare a se stesso come nato dalla loro unione, anche se non biologicamente». «Un bambino adottato da due uomini o due donne sarà dotato di educatori, di adulti referenti, ma sarà privato di genitori, perché questi “genitori” dello stesso sesso non possono indicargli un’origine. Sarà quindi di fatto privato due volte dei genitori​​: una prima volta dalla vita, una seconda volta dalla legge».
«Mercato dei bambini» - I giuristi fanno poi notare che se la legge prende in esame il caso in cui un bambino è nato da una relazione eterosessuale precedente, il più delle volte il bambino sarà «frutto di una inseminazione artificiale o di una gestazione per altri, praticata all’estero». Nascerà pertanto privato da ogni legame con un padre o con una madre. I giuristi fanno degli esempi molto concreti: la madre si farà inseminare in Belgio, per esempio, da uno sconosciuto al fine di evitare ogni legame con il padre. E potrà poi tornare in patria perché il figlio concepito possa essere adottato da una seconda donna. Oppure, un padre cercherà una madre surrogata in India e tornerà poi con quel figlio perché possa essere adottato da un secondo uomo. «Che lo si voglia o no», è la conclusione dei giuristi, «il desiderio di un figlio delle persone dello stesso sesso passa per la fabbricazione dei bambini, per inseminazione artificiale per le donne e per via di madre surrogata per gli uomini». Senza quindi volerlo, il progetto di legge rischia di organizzare «un mercato di bambini» in quanto invita le coppie a «fabbricarsi i figli all’estero».

L’appello – Da qui l’appello dei giuristi ai legislatori della Repubblica perché non accettino di «convalidare» questo sistema di «mercato»: «I bambini non sono né oggetti per soddisfare un desiderio, né soluzioni per alleviare una sofferenza». E aggiungono: «Noi abbiamo la vocazione a vegliare sul rispetto delle libertà individuali e sulla protezione dei diritti dei più vulnerabili. Non possiamo tacere di fronte all’inevitabile mercato della procreazione, alla mercificazione dell’utero delle donne e alla fabbricazione dei bambini per soddisfare dei desideri». (n.t.)
 



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