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Elezioni molti show poche ideeSe non si tiene conto dei quotidiani spettacoli e spettacolini che ci vengono serviti dai mezzi di comunicazione adeguatamente sollecitati dai protagonisti, la campagna elettorale appare, pur drammatica come è per la situazione del Paese e per gli esiti ai quali la scelta degli elettori potrà portare, lontana e senza contenuti. Il dato fondamentale è l’irrisolto problema della partecipazione: la gente assiste, ma al di là delle luci della ribalta, che illuminano soltanto le vedettes. Si vive di battute elettorali e di una sorta di gara di sensazionalismo, che evoca il ricordo di demagoghi e populisti ruspanti d’una volta: ma sullo sfondo emerge la questione, che è la impossibilità per il corpo elettorale di scegliere effettivamente i propri rappresentanti, la cui indicazione (la formazione delle liste) è stata anche questa volta demandata agli apparati di partito. La lodevole e politicamente matura esperienza delle primarie del Partito democratico non ha fatto che porre in risalto l’assenza di tutti gli altri in questo campo. Si va verso (ma forse ci si è già arrivati) un’esperienza di democrazia adesiva, e non partecipativa, nel senso che gli elettori sono ancora per ora chiamati a dire «sì» o «no», ma difficilmente ormai sono chiamati a partecipare alla costruzione della politica nazionale: eppure questo è e rimane il compito costituzionale dei partiti politici, che, qual più qual meno, pare che se ne siano dimenticati. Senza indulgere al contrario populismo della “casta” non si può non rilevare che oggi ci troviamo di fronte ad una gestione sempre più professionale (anche se praticata da soggetti sempre più mancanti di professionalità) della cosa pubblica, invece che (come sta scritto e dovrebbe essere) popolare; sempre più maggioritaria ed elitaria (anche se la élite con la quale abbiamo a che fare è sempre meno “scelta”) invece che globale e diffusa. Prova ne è proprio questa campagna elettorale, in realtà, nonostante le bollicine e tranne quei pochissimi che sembrano attenersi ad un comportamento tradizionale, più attento alle esigenze popolari e al metodo della partecipazione, estranea all’esperienza quotidiana del popolo elettore (il “corpo elettorale”) e sempre più ripiegato sulle problematiche, gli scontri, i confronti, di un altro mondo, quello delle istituzioni, che invece dovrebbe essere al servizio della gente. In questa maniera non solo vengono passati sotto silenzio i problemi più importanti (la crisi economica che ormai attanaglia tutti non sarà certo risolta da un manipolo di banchieri svizzeri che vengono a pagarci l’Imu), quali il lavoro, la formazione, la vita quotidiana, ma vengono anche messi a tacere quelli che, e ce ne sono, si ostinano a parlarne e a chiedere il voto per cercare di dare a queste domande una risposta seria. Sembra che siamo costretti ad assistere ad uno dei tanti spettacoli, con lo stile della show televisivo a fagocitare la serietà del momento e dei problemi: uno scontro di vedettes (vecchi marpioni dell’imbonimento e neofiti fin troppo esaltati dalle luci della ribalta), improbabili gare di stornelli elettoralistici che tutti sanno che solo stornelli sono (ma l’economia internazionale, che non ha senso dell’umorismo, prende quasi tutto sul serio: e più roboanti sono le promesse, più la Borsa va giù …); modalità e atteggiamenti di carattere pubblicitario, aggressivo nei confronti degli stessi elettori, con strumentalizzazioni dei poteri veri e cattivo uso dei riferimenti ai valori, in un crescendo tritatutto che lascia pochi spazi alla riflessione dell’intelligenza. Ma il problema vero è che, così, e con questa legge elettorale fatta apposta con questo fine, si arriverà ad uno stallo di numeri, specie in Senato. Sta al senso pratico e all’intelligenza diffusa del corpo elettorale evitarlo, votando utilmente (e non lasciandosi attrarre dai troppi coriandoli della propaganda), seriamente, con lungimiranza. Riuscirà un popolo diseducato alla partecipazione politica a risolvere positivamente queste cruciali elezioni? E’ necessario che ci riesca. Gianfranco Garancini
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