Individualismo da condannare

«Investire sulla vita e sulla famiglia come risposta efficace alla crisi attuale». E’ la voce di Benedetto XVI, primate d’Italia e Capo dei vescovi, quella che all’Angelus domenicale conferma a tutti i fedeli di condividere e avvalorare le analisi e le terapie emerse in tre giorni di dibattito nel Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, condensate in un ampio documento illustrato in conferenza stampa dal segretario Mariano Crociata.

Non soltanto preoccupazione, ma «accoratezza» dei presuli per «gli effetti della crisi economica sulla disoccupazione, il precariato, l’indigenza». E in via preliminare danno due contromisure: in chiave cristiana e in chiave sociale. La prima è una risposta di carità che è espressione della «disponibilità della comunità cristiana alla reperibilità, all’amicizia e alla condivisione». Ossia ad essere vicini a chi sta in angustie, proprio riproponendo quell’«emblema» del Buon Samaritano, che è la chiave di volta del dibattito e delle conclusioni e che la Cei ha scelto come «immagine della Chiesa del nostro tempo, attenta a farsi carico delle necessità della gente».

Sul versante politico, l’appello è «a far sì che ora, scongiurato il baratro, i sacrifici affrontati aprano a un decisivo quanto improcrastinabile rilancio». Tutte le istanze si collocano nella «prospettiva più ampia» della «visione antropologica e sociale». I vescovi la rilanciano e riaffermano il loro deciso impegno a che si realizzi. Come? Nei partiti, nella politica, nell’economia. Aspetti, entità, attività umane che all’uomo devono mirare, non all’interesse particolare, al profitto. In primo luogo viene «la difesa di quel capitale impagabile che è la famiglia». «Ecco», proclama a chiare lettere il documento, «il richiamo a un volto preciso di Stato, che non sia groviglio di interessi, ma rete di relazioni».

Quanto al proprio interno, cioè alla struttura della Chiesa, alle parrocchie, l’esortazione è «a un profilo più missionario, nella convinzione che una fede pensata e vissuta genera cultura, condizione di futuro per la Chiesa come per l’intero Paese». E se da una parte la Chiesa e i vescovi sono esposti «agli attacchi intesi a indebolirla nel suo impegno a difesa dei valori irrinunciabili», avvertono dall’altra che è cresciuta «la considerazione per il loro magistero, inteso quale voce profetica, che si leva in modo puntuale e convinto, anche a prezzo di derisioni». Questo magistero «non lesina critiche alla signoria dell’individualismo, madre di tutte le crisi». Parla dei «fondamentali dell’umano». «Rispetto a visioni parcellizzate, propone una visione antropologica e sociale, che tocca lo Stato e anche l’Unione europea, ricordando che il primo non può risolversi in un “groviglio di interessi”, né la seconda poggiare semplicemente sull’unità economica e politica». Una visione che «non coincide con interessi di parte», ma risponde al «profondo bisogno di spiritualità» che si respira fra la gente.

Nella crisi, da apprezzare aziende e dipendenti che hanno accettato forme di solidarietà reciproca. Ciò tuttavia «non può distogliere chi ha precise responsabilità», a partire dall’ente pubblico, «in termini di spreco di denaro e di risorse, di insolvenza dei propri debiti, quando non anche di speculazione». Insostituibile, per uscire dalla crisi, è il ruolo della famiglia, «impagabile capitale di stima e di fiducia, che precede lo stesso capitale economico», in virtù della sua tenuta «di carattere affettivo». Concederle risorse, rispettare la centralità della persona, “fare famiglia”, generare: sono «realtà primarie del bene comune per la tutela e la promozione delle quali la Chiesa non sarà mai stanca di spendersi e di richiamare tutte le forze politiche».

Per la difesa della vita è stata avviata una raccolta di firme sotto lo slogan significativo «Uno di noi», per far sì che la legislazione europea tuteli il bambino fin dal concepimento. Un’iniziativa incoraggiata dal Papa, che ha detto: «L'Europa sia sempre luogo dove ogni essere umano sia tutelato nella sua dignità». Nell’ottica della promozione e della difesa della famiglia, dei valori irrinunciabili, i vescovi hanno ripetuto l’appello «alla partecipazione al voto da parte di tutti i cittadini». In questa sessione di fine gennaio la Cei ha trattato non solo i temi immediati, ecclesiali e antropologici, ma anche quelli in successiva scadenza, fissando l’argomento per l’Assemblea generale di maggio, che a conclusione, il giorno 23, avrà la presenza del Pontefice, proiettandosi agli eventi dei prossimi tre anni, col Congresso eucaristico nazionale e il V Convegno ecclesiale nazionale che si svolgerà a Firenze nel 2015, e prendendo in esame l’intero decennio dedicato al progetto culturale, nominando presidente del Comitato lo stesso presidente della Cei, cardinal Bagnasco, in sostituzione del cardinal Ruini.

Una nota pastorale è stata varata per gli oratori, per i quali è stata coniata la definizione di «laboratorio dei talenti», ribadendone il valore e la missione. Sarà convocata nel 2014 un’Assemblea straordinaria per mettere a punto i criteri della preparazione dei candidati al sacerdozio. Si compilerà un Indice di orientamenti della catechesi, «momento irrinunciabile per il sapere della fede». Un esame verrà fatto anche sulla rete della Caritas, dopo il motu proprio del Papa che definisce la carità come intima ecclesiae natura e affida al vescovo la responsabilità primaria della sua realizzazione.

Infine sono state discusse le modifiche del regime dell’Imu, introdotte nell’ordinamento italiano per rispondere alla procedura di indagine formale per aiuti di Stato aperta in sede comunitaria. È stata poi fissata una serie di requisiti generali e specifici in relazione alle diverse tipologie di attività oggetto del provvedimento. Si è concluso che, rimanendo aperte alcune questioni, non si intende «difendere privilegi, quanto veder riconosciuto il valore sociale delle attività svolte da una pluralità di enti non profit, tra i quali quelli ecclesiastici; attività che sono tanto più preziose in un contesto di crisi come l’attuale».

Antonio Sassone

 



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