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Sanità riformata. Ma sarà realizzata?Il decreto salute è finalmente legge. Con 181 voti favorevoli, 43 contrari e 23 astensioni il Senato ha definitivamente approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 158, sulla tutela della salute, su cui il governo aveva posto la fiducia. Numerose le aree di intervento. L’articolo 1 innanzitutto ridisegna l’assistenza territoriale, con l’obiettivo di garantire l’attività dei medici di base per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana. Le Regioni avranno il compito di organizzare l’assistenza primaria secondo modalità operative monoprofessionali chiamate Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) e forme organizzative multiprofessionali, dette Unità complesse di cure primarie (Uccp). E si potrà prevedere la presenza nelle medesime strutture, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e sulla base della convenzione nazionale, di personale dipendente del Servizio sanitario nazionale. Semaforo verde alla riforma della libera professione intramoenia dei medici ospedalieri. Le aziende sanitarie devono procedere a una ricognizione degli spazi disponibili per le attività libero-professionali ed eventualmente possono, con un sistema informatico speciale, utilizzare spazi nelle strutture sanitarie esterne, ovvero autorizzare i singoli medici a operare nei propri studi. Tutta l’attività dovrà però essere messa in rete per dare trasparenza e avere tracciabilità di tutti i pagamenti effettuati dai pazienti. Guerra aperta alla ludopatia. È previsto il divieto su ogni tipo di media (giornali, riviste, tv, radio, teatro, cinema e internet) alle pubblicità che inducono al gioco dove è prevista vincita in denaro, a meno che non siano ben presenti formule di avvertimento sul rischio di dipendenza e informazioni sulle probabilità di vincita. A tutela dei minori viene inoltre stabilito che il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca segnali alle scuole primarie e secondarie la valenza educativa del tema del gioco responsabile. Novità in vista anche nel campo della promozione di corretti stili di vita, con l’introduzione del divieto di vendita di prodotti del tabacco agli under 18. La sanzione per il tabaccaio va da 250 a mille euro, nel caso di recidiva la sanzione sale da 500 a 2 mila euro, fino alla sospensione, per tre mesi, della licenza. Stesso divieto anche per l’alcol: chiunque vende bevande alcoliche ha l’obbligo di chiedere all’acquirente un documento di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età sia manifesta. Più controlli anche per chi fa sport a livello amatoriale. Le visite mediche di idoneità saranno più stringenti, mentre circoli sportivi e palestre dovranno dotarsi di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita. In materia di sicurezza alimentare, viene introdotta una norma che stabilisce che le bevande analcoliche il cui gusto e aroma deriva da agrumi, devono essere commercializzate con un contenuto di succo naturale non inferiore al 20 per cento. Capitolo farmaci. Entro il 30 giugno 2013 l’Agenzia del farmaco, sulla base delle valutazioni della Commissione consultiva tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e rimborso, provvederà a una revisione straordinaria del prontuario, collocando in fascia C i farmaci considerati terapeuticamente superati. Ma quali i reali benefici del provvedimento? L’abbiamo chiesto al professor Elio Borgonovi, presidente del Cergas, Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria sociale dell’Università Bocconi di Milano. Il decreto sanità è diventato legge. Cosa pensa del provvedimento? Si può sempre fare meglio. La cosa più importante è che ci sia stato da parte del Parlamento un segnale positivo. Era dalla legge 229 del 1999, dell’allora ministro della Salute Rosy Bindi, che non veniva approvata in questo campo una legge organica, e negli ultimi anni si sono susseguiti solo provvedimenti parziali e frammentari. È molto utile poi che non ci siano stati ancora veri propri tagli, ma che siano state date solo indicazioni su come operare a livello locale. Sono infatti le singole aziende sanitarie e le Regioni le istituzioni più adatte per portare avanti la spending review della sanità: bisogna tagliare solo dove serve e investire solo dove serve e soltanto chi ha un’ottima conoscenze di strutture e territorio può farlo in modo adeguato. L’unica cosa che mi lascia perplesso è il vincolo di finanza pubblica generale posto dal governo: intervenire a costo zero. Fare tagli senza investire rischia di compromettere il servizio ai cittadini. Esercizio della professione intramoenia: quale il suo giudizio in proposito? Da questo punto di vista il problema vero è sempre stato la mancanza di organizzazione delle Asl, che ha portato a continue deroghe. Le Aziende sanitarie locali devono essere messe innanzitutto nella condizione di supportare i medici con attrezzatura adeguate, infermieri e altro personale, altrimenti diventa davvero difficile cambiare le cose. A questo proposito diventa ancora più preoccupante la necessità di dover fare tutto a costo zero. Anche nei periodi di crisi le aziende che si riprendono sono quelle che non rinunciano a investire. Per contenere i costi, c’è il rischio che la riforma non venga attuata, sia concretizzata male oppure che vengano tagliati altri servizi. Medici disponibili 24 ore su 24. Quali i benefici per i pazienti e per la sanità italiana? Da questo punto di vista il provvedimento apre una strada interessante. Certo, dipende da come sarà attuato. Ci sono già esperimenti in Italia di medici associati. Sicuramente è un’iniziativa utile per i cittadini perché in questo modo hanno punti di riferimento a cui rivolgersi in caso di necessità. I codici bianchi al pronto soccorso sono quasi l’80 per cento, mentre molti si lamentano del fatto che la guardia medica spesso non esce. Con questo nuovo provvedimento, invece, una persona potrà rivolgersi come riferimento di base al proprio medico, perché fa parte del gruppo sanitario, ma potrà avere a disposizione anche altri professionisti che conoscono la sua storia clinica, avendo in mano la sua cartella. Questa formula, inoltre, potrebbe rivitalizzare la medicina preventiva e dunque stimolare i cittadini a fare controlli periodici e a migliorare il proprio stile di vita a partire dall’alimentazione. Nuove norme antifumo per gli under 18 e divieto di pubblicità del gioco d’azzardo. Sono interventi davvero utili? Le leggi di per sé non riescono a cambiare i comportamenti. Ciò nonostante abbiamo visto che dopo l’approvazione della legge anti-fumo nei locali pubblici con il ministro Sirchia, c’è stato un buon seguito al provvedimento: viene rispettato un po’ ovunque, e in bar e ristoranti sono nati spazi per fumatori. Quindi l’importante è che venga dato ai cittadini un segnale forte con un divieto che prevede sanzioni. Era indispensabile intervenire anche a proposito della ludopatia. Ormai, infatti, a causa anche della crisi, il fenomeno in Italia sta raggiungendo una dimensione molto ampia. Ci sono persone che perdono anche quasi 3 mila euro l’anno nel gioco d’azzardo. Porre un argine a questa situazione e allo stesso tempo prevedere cure adeguate per chi diventa dipendente era proprio necessario. Cristina Conti
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