I cattolici a Todi desideri e silenzi

Lo scenario politico e sociale in cui si è svolto a Todi, domenica 21 e lunedì 22 ottobre, il secondo «Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro» è molto diverso da quello di un anno fa.

Non solo per il cambio di guardia al governo del Paese, a cui proprio quell’assise diede impulso, ma anche per una serie di eventi poco piacevoli, che vedono coinvolti alcuni esponenti della Compagnia delle opere. Acli, Cisl, Confartigianato, Confcooperative e Movimento cristiano lavoratori e Compagnia delle opere a Todi hanno cercato di lanciare un progetto comune per «arrivare alla formulazione di una proposta politica di prospettiva che consenta, anche attraverso la riforma della legge elettorale, un reale rinnovamento della classe dirigente per un responsabile e forte impegno politico capace di rappresentare al meglio le aspettative del mondo cattolico».

A Todi non sono stati invitati né esponenti di partiti né di governo. Il Forum, almeno in apparenza, vuol mantenere le mani libere da legami partitici, soprattutto in mancanza di una legge elettorale proporzionale. «Il futuro della buona politica», ha detto Raffaele Bonanni, segretario confederale Cisl, a conclusione del convegno, «non può essere nelle mani dell’attuale oligarchia che, non a caso, rifiuta di darci una legge elettorale che ridia ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti. Non verrà da loro la nuova Italia che ci interessa. Dobbiamo trovare una via di uscita per il nostro Paese». Ma «non verrà neanche, e su questo siamo d’accordo tutti, dalla costituzione di un nuovo partito cattolico», ha aggiunto Bonanni. «Non è questo il compito che hanno i cattolici e non è certamente questo quello che vogliono quelli del Forum».

Tra le associazioni del Forum, dunque, non è stato raggiunto un accordo per costruire un nuovo partito. Probabilmente pesano le alleanze preesistenti, le simpatie stratificatesi in questi anni; pesa, soprattutto, la tiepidezza dei vescovi italiani nei confronti di una nuova formazione politica. A Todi, infatti, non è arrivato nessun messaggio da parte della Cei. «Avvenire», quotidiano della Conferenza episcopale, domenica mattina non ha dato la notizia del convegno, mentre ha messo in evidenza con un titolo a tutta pagina l’incontro a Norcia della fondazione di centrodestra «Magna Carta», presieduta da Gaetano Quagliarello, al quale il presidente dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, ha inviato un messaggio augurale che il giornale ha pubblicato integralmente. Va comune sottolineato che martedì «Avvenire» ha ampiamente riferito sul Forum di Todi con l’articolo di fondo del direttore Tarquinio, dal titolo «Todi, vitamine per la vera Italia», in prima pagina, e con l’intera settima pagina.

Inoltre, qualche problema c’è tra i componenti del Forum. Alla vigilia del convegno il portavoce, Natale Forlani, ha rimesso l’incarico e Sergio Marini, presidente della Coldiretti, ha fatto mancare la sua partecipazione. «Riteniamo opportuno come atto di coerenza di non partecipare ai lavori della cosiddetta “Todi 2”», ha spiegato Marini. «Percorsi, contenuti e forme non ci sembrano adeguatamente approfonditi per trarre conclusioni condivise. Non vorremmo che l'ambizioso progetto sul piano culturale e propositivo che il Forum si è dato si trasformi o possa essere strumentalizzato come vetrina verso questa o quella ipotesi di candidatura invece che una rappresentazione chiara e compiuta dell'Italia che vorremmo». Insomma, lo scenario in cui si è svolto il convegno di Todi è stato complesso e probabilmente ne ha risentito anche il documento conclusivo, «Idee per la nuova Italia». Quel che è emerso con chiarezza è che i cattolici del Forum vorrebbero continuare con Monti.

«La grave crisi morale e insieme la costante erosione di consensi», scrivono nel documento, «rende oggi necessario un percorso che consenta, entro i prossimi appuntamenti elettorali, di generare proposte nuove tanto nel contenitore quanto nei contenuti. Ci impegniamo affinché la stagione inauguratasi con il governo Monti non si esaurisca e non si ritorni alla drammatica situazione precedente. E’ indubbio che è oggi necessario operare per dare al prossimo governo una maggioranza autenticamente politica, fondata su un programma condiviso e coerente. Questo va fatto assicurando la continuità con quanto di positivo è stato fatto in quest’ultimo anno, garantendo la prosecuzione delle politiche di risanamento del Paese e, al contempo, integrando gli obiettivi iniziali con quelli della crescita, dell’occupazione, di un nuovo welfare, di una ritrovata equità e di pieno ripristino dei valori costituzionali».

Tra i punti qualificanti del programma il Forum elenca l’avvio di riforme istituzionali e strutturali che dovranno ridurre i costi della politica, il riordino e la semplificazione dell’assetto dello Stato, la centralità del lavoro, un patto fiscale tra lavoro, imprese e famiglie per favorire l’occupazione giovanile, un’attenzione particolare alla promozione della vita, alla famiglia e all’educazione. «Ci impegniamo», spiega il documento, «a portare, in ogni contesto pubblico, i valori che ci sono più cari: la tutela e promozione della vita, a partire da quella più fragile e indifesa, la famiglia fondata sul matrimonio e aperta alla generatività, la libertà di educazione». I cattolici del Forum concludono: «Ci impegniamo a creare le condizioni di educazione, partecipazione e controllo democratico, perché onestà, rigore morale e sobrietà diventino caratteri distintivi di quanti operano a servizio della collettività».

Nel convegno si è parlato di sviluppo economico e sociale, di rinnovamento istituzionale, di nuovi motori per la crescita, di welfare sussidiario, di riforme, in particolare del titolo quinto della Costituzione che tanti danni ha generato al Paese, e di costituzione di un Fondo europeo per lo sviluppo finalizzato a dare stabilità alle politiche di rientro dei debiti pubblici mediante l’acquisto di titoli di Stato per due terzi dell’importo. Probabilmente sono stati toccati i temi maggiormente cari al mondo cattolico; è mancato, tuttavia, il contenitore in cui far confluire i progetti. Da Todi è venuta una proposta politica chiara, ma se non ci si fida degli attuali partiti, come è stato ampiamente ribadito, a chi è indirizzata? E’ questa la domanda a cui i “todini” non hanno risposto. Almeno non con altrettanta chiarezza.

Pasquale Pellegrini

 



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