gennaio 2014

L'Italia inquieta di Napolitano

Al presidente Giorgio Napolitano è toccato in sorte un ruolo non assegnato nemmeno lontanamente a nessuno dei suoi predecessori (e non per nulla egli è l’unico Capo dello Stato nella storia della Repubblica italiana rieletto dopo il mandato settennale previsto dalla Costituzione): di essere considerato, in un periodo ormai lungo di grandi e gravi difficoltà di ogni genere per il Paese, come un vero e proprio responsabile del governo, sia pure senza alcuna specifica rilevanza istituzionale.

Fiat-Chrysler una scelta e le sue sfide

L’accordo Fiat-Uaw per salire al 100 per cento di Chrysler ha avuto riscontri generalmente favorevoli negli ambienti finanziari e industriali: essi hanno visto poste le premesse per il sorgere di un’unità competitiva nel complesso mercato mondiale dell’auto. E’ fuori dubbio infatti che s’aprono, anche per il nostro Paese, le possibilità di essere compresenti nel contesto delle grandi organizzazioni produttive, da anni in considerevole regresso nella realtà nazionale, salvo limitate, positive eccezioni (Finmeccanica, Eni), anch’esse peraltro interessate da difficoltà originate dalla crisi e da vicende collegabili alla complessità della gestione politica.

Meno immigrati, stessi problemi

Diminuiscono i permessi di soggiorno per gli stranieri extraeuropei in Italia. E in tanti partono dalla Penisola per tornare al Paese d’origine. Sono i dati più rilevanti del XIX Rapporto Ismu sulle migrazioni. I nuovi permessi di soggiorno nell’ultimo anno sono stati in tutto 67 mila, quasi dimezzati rispetto all’anno precedente.

Il Vangelo e la pace coi poveri

L’arte oratoria ha uno degli espedienti nella martellante ripetizione di una stessa espressione, come il caso famoso del ripetuto «…liberaci!» usato dal beato Giovanni Paolo II nella conclusione dell’Atto di affidamento e consacrazione del mondo alla Vergine Maria a Fatima del 13 maggio 1982.

Andreoli: "Ora credo di poter credere"

 

Uno come Vittorino Andreoli, che fa lo psichiatra da più di cinquant’anni e si è occupato con passione delle patologie di personaggi celebri e meno celebri, prima o poi doveva arrivarci. E ci è arrivato. Ha fatto una “perizia” sul figlio di Dio e l’ha pubblicata. Ecco «Il Gesù di tutti» (ed. Piemme).

Porto sul palcoscenico le fragilità dell'uomo

«Sono nato attore sul palcoscenico. Prima che arrivassero le prime proposte per il cinema e per la televisione ho fatto sette anni di teatro, poi è venuta “La meglio gioventù” e tutto il resto. Qualcuno è portato a pensare che un attore oggi possa scegliere di fare teatro perché sente di provare forti emozioni e di ricevere applausi dal vivo ogni sera, cosa necessaria al narcisismo della nostra professione…



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