settembre 2013

Siria, il vero dilemma

Il gesto forte del Papa, la giornata di digiuno e preghiera del 7 settembre, ha ricordato a tutti i cattolici che il dramma della Siria li interroga personalmente. La situazione, estremamente complicata, richiede una valutazione corretta sia del quadro geopolitico internazionale e regionale, dove non si possono non considerare le manovre egemoniche, che utilizzano leve sia politico-militari sia economiche, della Cina, dell’Iran e anche dell’Arabia Saudita e del Qatar, tutte a vario titolo pericolose per l’Occidente, sia dello scontro interno al mondo islamico. Questo scontro va ricostruito nelle sue premesse, che riguardano tutto l’islam in generale, rispetto al quale la Siria è un caso particolare.

Persona e società non confondiamo

Ma è vero che la famiglia è cellula della società? L’immagine viene usata frequentemente, anche nei documenti del Magistero, e la ritroviamo spesso in quegli scritti che vogliono difendere la famiglia e sottolinearne l’importanza vitale per la società. Come un organismo è sano perché le sue cellule sono sane, così la società è sana quando sono sane le famiglie che la formano. Semplice e chiaro.

Italia d'oggi in ostaggio di uno solo

Le cronache romane dicono che frotte di giornalisti stranieri, inviati speciali di giornali e tv di tutti i continenti, si sono accampate da settimane nella capitale per assistere a quella che normalmente fra loro è chiamata «la fine politica di Berlusconi».

Un "cambiamento epocale" che richiede molto coraggio

Cari fedeli della Diocesi di Torino e cari cittadini,

sono lieto di rivolgervi l’invito ad accogliere un evento particolarmente significativo e importante che si svolgerà a Torino dal 12 al 15 settembre prossimi. Si tratta della Settimana Sociale dei Cattolici italiani: da ogni regione vengono a «trovarci» vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e laici impegnati nei diversi ambiti della vita della Chiesa e della società. Per Torino questo è un gradito ritorno: la Settimana si celebrò qui già nel 1924, nel 1952 e nel 1993.

La famiglia, speranza e futuro

«I cattolici sentono la necessità di agire per un “ridestamento” sul piano sociale perché il mondo cambia, i socialisti avanzano, ci sono profonde miserie, i cuori operai e contadini si estraniano alla fede».

Il miliardo per la Fiat del futuro

Su Mirafiori il «Wall Street Journal» è stato smentito: lo stabilimento “simbolo” della Fiat non chiuderà. Dopo otto anni di cassa integrazione Sergio Marchionne ha assunto un provvedimento concreto, stanziando un miliardo di euro per le nuove linee del “polo del lusso”, che saranno collegate alla fabbrica ex Bertone di Grugliasco.

La medicina della Germania

La medicina tedesca è forse quella più difficile da mandar giù, eppure sembra essere l’unica ricetta che possa portare a guarigione un continente che non gode di ottima salute. Per fortuna lo stesso medico è ottimista e crede che la terapia funzionerà.

Francesco, l'infaticabile per la pace

La pace non si costruisce in un giorno. «L’impegno continua», annuncia papa Francesco all’Angelus domenicale, a dodici ore dalla straordinaria veglia di preghiera, dalle 19 alle 23 del sabato, che ha visto radunarsi in Piazza San Pietro centomila persone e milioni di altri individui aderire nel mondo, in ogni latitudine e di ogni fede, ortodossi, ebrei, musulmani non credenti.

Piccolo Santo di Simenon

Nell’inverno del 1963 Georges Simenon si fa costruire una nuova dimora a Epalinge, sul modello di una fattoria bretone, completamente bianca, con il tetto di ardesia, dove vive con i figli e la domestica friulana, Teresa Sburelin, che il suo editore italiano, Arnoldo Mondadori, gli aveva procurato due anni prima. La seconda moglie Denise, vittima di crisi depressive, passa da una clinica all’altra per disintossicarsi. Simenon trascorre un periodo abbastanza tranquillo, se non proprio sereno, e frequenta alcuni personaggi famosi suoi vicini, i Chaplin e gli attori David Niven e James Mason.

Via Asti, il memoriale di Segre

Rigore, coerenza, dignità. Queste le parole che permeano e accompagnano il libro «Quelli di Via Asti» (non solo il volume, ma anche e soprattutto la vita) di Bruno Segre , classe 1918, il meno giovane tra gli avvocati in attività del foro torinese, definito «un combattivo alfiere dei diritti, della giustizia e della laicità mosso da una rara e insopprimibile esigenza di libertà».



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