gennaio 2013

Uscire dalla tempesta

Se si desse retta soltanto ai quotidiani di questi giorni e alle loro cronache dedicate alla confezione e alla presentazione delle liste dei candidati alle elezioni del 24/25 febbraio, ci sarebbe di che disperarsi sulla sorte futura della democrazia in Italia: da quelle alluvioni medianiche di fatti, controfatti, polemiche interne ai partiti, minacce, ritorsioni, storie antiche di anni, corruzioni vere o presunte, e così via, potrebbe infatti nascere soltanto, fra un mese, un forte astensionismo, un «no» alle urne o anche solo tante schede bianche.

Un'altra guerra molto pericolosa

Si chiama Mokhtar Belmokhtar, detto “il guercio” (ha perduto un occhio in Afghanistan) ed è considerato l’uomo dietro le quinte che controlla e teleguida i miliziani salafiti di Aqmi, sigla di “Al Qaeda nel Maghreb islamico”.

Governo e Famiglia si ricordino di Torino

A dieci anni dalla scomparsa dell’Avvocato Agnelli, la Fiat di Sergio Marchionne si presenta come una medaglia dai due lati: bene in America (perfettamente riuscita, con il sostegno di Obama, l’operazione Chrysler), male in Europa e in Italia (l’anno scorso le vendite sono scese de 20 per cento, negli stabilimenti domina la cassa integrazione, da Mirafiori, giunta ormai al settimo anno, sino a Melfi, dove è recente l’annuncio di due anni di stop, nonostante l’inaugurazione in pompa magna con Monti).

Sentenza sui gay: il cavallo di Troia

La storia del cavallo di Troia è nota a tutti e rappresenta l’esempio di ciò che viene presentato come un dono, e invece nasconde al suo interno qualcosa di dannoso. Questa storia ritorna in mente leggendo la sentenza della Cassazione sul caso di Brescia.

L'impresa cooperativa una ricchezza obbligata

Tra l’impresa capitalistica e l’impresa pubblica c’è una terza via che può riagganciare il treno della ripresa in questi tempi di crisi: l’impresa cooperativa. Nate come strumento di lotta alla povertà nell’Inghilterra dell’Ottocento, in Italia la prima vede i natali a Torino (allora come oggi città laboratorio) nel 1854, hanno saputo nel tempo ritagliarsi uno spazio importante nell’economia del nostro Paese, dimostrando di essere il migliore antidoto alla diseguaglianza sociale.

Il Presidente ricomincia dalle armi

«Dear president», caro presidente: così inizia la letterina che, con grafia incerta, la piccola Hinna, 8 anni, ha scritto a Barack Obama, riportando in poche righe lo sgomento provato, insieme a tutta l’America, alla notizia della strage nella scuola elementare di Newtown, in Connecticut, dove uno squilibrato ha ucciso molti suoi coetanei. E conclude con un appello: «No guns!», niente armi.

Don Puglisi l'antimafia col Vangelo

Padre Pino Puglisi fu ucciso il 15 settembre 1993 vicino alla sua parrocchia di Palermo, condannato a morte dai boss mafiosi per il suo impegno contro la criminalità organizzata: la sua coerenza personale, l’insistenza sull’educazione dei giovani alla legalità e la capacità di motivare altri a questo impegno lo avevano reso un “nemico” da eliminare al più presto, per riportare il pieno controllo della criminalità sul territorio.

Il vero problema? L'ateismo

Dopo la lettura dell’articolo di monsignor Giuseppe Trucco sulla situazione della Chiesa dopo il concilio Vaticano II, desidero esprimere alcuni pensieri tenuto conto della mia esperienza di oltre 52 anni di sacerdozio nella diocesi di Torino. A me sembra che il problema centrale sia quello dell’ateismo. Dobbiamo chiederci: qual’è l’idea che oggi la gente si è fatta di Dio? Come vincere l’ateismo moderno?

Galileo, Newton e altri

«Storia sentimentale dell’astronomia» (ed. Longanesi, 2012): da un innamorato del cielo e delle stelle, a cui è stato anche dedicato un pianetino in orbita tra Marte e Giove, prima o poi un libro così bisognava aspettarselo. Piero Bianucci, stimato collaboratore de «il nostro tempo» ed editorialista de «La Stampa», ha ceduto alla passione di una vita, trasferendola in trecento pagine ricche di humour e gustose curiosità storico-scientifiche.

"Storia d'amore" fra un imprenditore e l'Alighieri

Per comprendere il motivo per cui dopo sette secoli Dante continua a essere letto nelle piazze o nelle corti medievali, bisogna ritornare là, a ritroso nel tempo, quando erano ancora pochi coloro che potevano accedere ai testi scritti e le opere circolavano solo grazie alle penne e ai pennini dei copisti.



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