luglio 2012

Monti vince. E poi?

 

Per adesso, cioè per questi torridi giorni di metà luglio, Mario Monti è ancora uno che vince, nei rapporti con l’Unione europea. L’incontro di lunedi notte a Bruxelles fra i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo (i 17 Paesi sui 27 dell’Ue che hanno adottato la moneta unica) a cui il nostro premier ha partecipato in qualità di ministro dell’Economia, si è chiuso all’alba con la conferma della decisione, presa dal Consiglio d’Europa a fine giugno, che sia la Banca centrale europea a farsi carico di controllare l’uso dello scudo antispread da parte dei fondi salva-Stati per l’acquisto dei bond sui mercati: era quanto chiedeva Monti con la massima decisione nelle scorse settimane, di fronte alle reticenze “rigoriste” della Cancelliera tedesca Angela Merkel e dei responsabili di alcuni Paesi come la Finlandia e l’Olanda.

Il Pontefice e i conti del Vaticano

 

Era prevedibile, ma ha egualmente suscitato stupore la folla di fedeli che si è presentata a salutare il Papa nella sua prima domenica a Castel Gandolfo, la residenza estiva. Il cortile della Villa non è piazza San Pietro e il balconcino non ha l’altezza della finestra del Palazzo apostolico. Qui il Papa lo vedi, quasi lo toccheresti, lo fotografi da vicino. Ed è singolare che appena si affaccia, non fa in tempo a dire «cari fratelli e sorelle» che si alza subito un coro. La gente si unisce. Il Papa è sorpreso e lieto. Sono i ragazzi di Dresda. Tutti applaudono e lui applaude con la gente. «Ringraziamo i ragazzi di Dresda che hanno cantato così bene!», dice commosso.

Quella "particella" e i suoi equivoci

 

Peter Higgs, l’ottantatreenne fisico britannico, non aveva mai pensato di paragonare la sua particella a Dio. L’idea è di uno scaltro editore che trasformò il titolo proposto dal premio Nobel Leon Lederman per il suo libro «The Goddamn particle», la particella maledetta, in «The God particle», la particella di Dio, facendone un successo. Da uomo schivo qual è, Higgs non si aspettava di assistere all’annuncio che qualcosa di molto simile al bosone che aveva ipotizzato 48 anni fa sarebbe comparso nei rivelatori del Large hadron collider del Cern.

Fiat: più Detroit, meno Torino

Il segretario dei metalmeccanici Cisl, Chiarle, ha sempre sostenuto, contro la Fiom-Cgil, la linea degli accordi separati con la Fiat, con l’obiettivo di favorire il progetto Fabbrica Italia. Oggi, con molta determinazione, ha contestato Sergio Marchionne per due ragioni: per la dichiarazione dell’ad Fiat sulle eccedenze produttive («in Italia c’è una fabbrica di troppo») e per il blocco temporaneo delle nuove linee produttive a Mirafiori.

La Libia, dopo il voto col fiato sospeso

Dopo la conclusione della lunga e farraginosa procedura elettorale egiziana, dove le recenti presidenziali vinte dall’islamico moderato Morsi dovrebbero segnare l’inizio di un nuovo percorso non privo di incognite, i principali nodi scoperti del processo di assestamento e sviluppo delle cosiddette “primavere arabe” restano due: la Libia, dove si sono appena svolte le prime “libere elezioni” dopo decenni di regime, e la Siria, dove al contrario elezioni e processi democratici in genere appaiono una lontanissima chimera.

City piange "miglio d'oro" screditato

La City di Londra, quel danarosissimo “miglio d’oro” popolato di banche, enti assicurativi e ogni sorta di corporazioni, che occupa grosso modo la parte più antica della capitale inglese e costituisce da secoli il maggior centro finanziario d’Europa, ha conosciuto in passato giorni difficili e rovesci delle sue fortune; ma pur tra le cadute, le guerre, le evoluzioni e rivoluzioni del nostro pianeta non ha mai perso, o mai completamente, il suo patrimonio più prezioso e cruciale, ancorchè non visibile, non materiale. Ossia la fiducia di fondo dei suoi investitori, risparmiatori, utenti e clienti.

E Maritain non fu condannato

 

Quando nel 1946, studente nell’Università statale di Torino, ero impegnato nella mia tesi di laurea sul tema «L’educazione nell’umanesimo integrale di Maritain», tema suggeritomi dal salesiano don Giuseppe Gemmellaro, docente di sociologia al Pontificio ateneo salesiano, allora a Torino, andai a Firenze a consultare Giorgio La Pira, che mi disse, semplicemente «scava e troverai dell’oro». Ora sulla soglia dei 90 anni, lavorando sulle numerose corrispondenze di Jacques Maritain (ne ricordo alcune: Charles Journet, 1.903 lettere, Paul Claudel, 27, Gino Severini, 203, Étienne Gilson, 105, Jean Cocteau, 158, François Mauriac, 67, Julien Green, 254, Yves Simon, 798, Saul Alinsky, 73) continuo a scavare, e la miniera non ha fondo.

L'Italia Stato incompiuto

Un libro che si rivolge a tutti quegli italiani che, consapevoli dello stato di degrado etico, politico e culturale in cui si trova il Paese, vogliono comprenderne perché e, soprattutto, per colpa di chi l’Italia è arrivata sull’orlo del baratro. «La colpa. Come e perché siamo arrivati alla notte della Repubblica» (Dalai editore, pp. 239, € 16,50), è un libro-intervista di Nicola Tranfaglia e Anna Petrozzi.

Il magico mondo di Klein

 

Una mostra che non è una mostra. O almeno, non nel senso tradizionale del termine. Ci sono documenti, oggetti, foto, video, testimonianze inedite. Persino una sinfonia. Persino una piscina di oltre cinque metri per dieci, tutta in pigmento Ykb, quello brevettato da Klein. Yves Klein, ovviamente, l’artista francese legato alla poetica dadaista e precursore della Body art (da non confondere, come ha fatto qualcuno, con lo stilista americano Calvin Klein). A cinquant’anni dalla scomparsa per infarto, appena trentaquattrenne, ecco dunque al Palazzo Ducale di Genova una rassegna incentrata sulla tematica del judo, momento focale della sua esperienza artistica.

Fiuggi, un cinema formato famiglia

In Italia si fa fatica a produrre un cinema a dimensione famigliare, mentre «in Usa e nel mondo questa tipologia di prodotto è campione di incassi». Muove da questa premessa il Fiuggi Family Festival, che quest’anno, alla sua quinta edizione (in programma dal 25 al 29 luglio), vira decisamente sul versante famiglia, il nucleo fondamentale della società della quale tutti invocano sostegno ma per la quale, in realtà, poco si fa.



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